Parole e mancanze

I bolognesi usano delle parole dialettali italianizzate convinti che siano italiane o usano delle parole italiane molto più spesso di quanto facciano nel resto d'Italia.

Vi scrivo in rigoroso ordine alfabetico le parole che ho imparato, in un prossimo post ne spiegherò il significato.

Alla vecchia
Bagaglio
Balotta
Bazza
Bella...
Boccheggiare
Bona lè
Braga
Bresco
Bulbo
Busone/a
Bussare
Buzza
Cagare la mossa (non)
Cartola
Cassa
Cioccata/Cioccare
Cinno
Dargliela su
Essere tristo (che puzza)
Fanga
Fresca
Geppo
Ghigna
Gubbiare
Guzzare
Impalugare
Inchiodare
Lainz
Lopez
Maraglio
Merda
Musta
Non volerne mezza
Oi
Pezza (tirare una pezza - Impezzare)
Pilla
Polleggio
Pluma (avere della)
Rimastanza
Rusco
Scendere la catena
Soccia
Stracciare
Taffiare
Tiro
Tomella
Vecchio
Zavaglio

Una saggia

Ieri una mia amica diventata improvvisamente saggia mi ha detto "le città vanno lasciate quando sai che ti mancheranno".

Forse è una cazzata, però le ho creduto...

Bologna bambina per bene, Bologna busona!

Ieri c'è stata la mia festa di "addio/arrivederci" a Bologna in un osteria meravigliosamente fuori dal tempo, appena fuori porta...


Nell'invito avevo scritto "Per salutare in modo adeguato le persone conosciute in questo anno e mezzo credo sia il caso di riunirle con calici pieni di vino e bere fino a dimenticarne i nomi...". Temo mi abbiano preso in parola...


Dopo circa 36 bottiglie di vino, digestivi, tequila, assenzio e un po' di Montenegro mi sono accorto che forse è il momento peggiore per lasciare Bologna, che mi spinge a un singhiozzo e ad un rutto... 

alea iacta est

Oggi ho detto al mio capo che me ne vado...
Gli ho detto "non mi avvicino a casa e non vado a lavorare per la concorrenza" ahahah...

Da quel preciso istante ho addosso una sensazione strana, in pochi minuti tutto si è concretizzato, i colleghi che non vedrò più giornalmente, la casa, Bologna, i compagni di calcio e tutte le sensazioni di totale insicurezza e vuoto che vengono quando lasci un lavoro, una città e dei luoghi nei quali ti senti benvoluto, umanamente e professionalmente. E' diventato tutto vero

THE GAP YEAR?

Non sono un tipo da blog, ne seguo in realtà solo uno (a cui rendo omaggio col titolo) e non sono mai stato capace di scrivere "a comando"; lo scrivere è sempre stato ispirazione, momento, tormento, piacere...

In molti hanno fatto "the gap year", il giro del mondo o cose del genere, io - "di natura moderata e soffusa di discreta ritrosia" - farò un giro del mondo e mezzo e questo blog nasce per questo. Nasce dal desiderio di comunicarvi ciò che vivrò, dal mio desiderio di lasciare traccia. A me stesso prima che a altri.
Nella mia vita sono stato circa cinque mesi in India, vivendo l'esperienza più incredibile della mia vita e - salvo le persone conosciute laggiù - non ho praticamente raccontato nulla a nessuno. Troppe volte mi è stato chiesto "raccontami qualcosa", quando non basterebbero cinque mesi a raccontare cinque mesi.

Per questa nuova esperienza provo a colmare il vuoto così. Che poi tu sai se avrò la costanza di scrivere? Che la vita o si vive o si scrive diceva uno scrittore vero, però proviamo, convinto che la mia solitudine (per una volta in vita mia cercata e non subita) mi spinga a sporcare dei fogli bianchi (o meno romanticamente a battere lievi le mani sulla tastiera).

Le prime due settimane sono state aggiunte quasi per caso e saranno le uniche in cui mi faranno compagnia volti che già conosco, poi si continua soli, con tutto il mondo davanti.

Queste le mie tappe approssimative (ma neanche troppo); chi mi vuole raggiungere si organizzi...
12 giugno - 25 giugno: California e Las Vegas
27 giugno - 22 luglio: Indonesia
23 luglio - 9 agosto: Sud Thailandia
10 agosto - 29 agosto: Cambogia
30 agosto - 19 ottobre: Vietnam
20 ottobre - 27 ottobre: Laos
28 ottobre - 12 novembre: nord Thailandia
13 novembre - 16 dicembre: Sud India
18 dicembre: arrivo a Buenos Aires e poi si vedrà.

PS: iniziate a organizzare capodanno in Argentina.