sabato 30 giugno 2012

29 giugno

Dopo un giorno intero di viaggio, sveglia alle 5.30 (con sole 2 ore di sonno causa Italia), un bus di 3 ore e mezza, una barca di 4 ore, un altro bus per un paio d'ore, una piccola barca a legna per una mezzora e infinite attese tra un mezzo e l'altro ieri sera sono arrivato alle Gili...
Sono tre piccole isolette paradisiache dove non esistono i motori, solo cavalli, biciclette e camminate... Un posto dove non esiste la polizia e fino a pochi mesi fa non esistevano Bancomat. Se qui succede qualcosa si riporta al capo villaggio che ferma tutte le barche in ingresso e in uscita fin che non si risolve il tutto...
Gli unici rumori che si sentono fuori dalla mia stanza divisa con Robin, giovane viaggiatore solitario Olandese, sono quelli di qualche animale, dei martelli che stanno costruendo nuovi posti e delle due moschee che si animano alle ore meno opportune.
Abbiamo strappato la camera a 12 euro a notte, colazione inclusa e siamo praticamente sul mare...
Le Gili sono tre isolette, io sono nella più grande, e per fare il giro completo  a piedi ci vogliono 2 ore circa...  va a finire che stasera faccio una corsetta per diventare meno boteriano.
Scrivo con la sabbia bianchissima tra i piedi, le risate di piccoli indonesiani alle spalle, guardando infinite tonalità di blu che si tuffano, poche centinaia di metri più in la, in altra sabbia bianca, in altri alberi, in altre capanne basse... Tutto sotto il vige controllo dei vulcani che fumano nuvole innocenti.




I colori alle Gili sono di quelli che si possono solo vedere o immaginare, fotografare e descrivere sarebbe uno dei tanti vani tentativi per descrivere dio... non fatico a credere che gli Indonesiani considerino i vulcani la casa degli dei, da lontano sovrastano tutto, i colori, i pesci, le voci preganti, gli odori di spezie.

28 giugno

Scrivo un po' ora che ho una connessione le varie bozze salvate precedentemente:


28 giugno:
Oggi sono stato solo, non so se cercandolo o meno... Dalla colazione alla spiaggia, al pranzo, alla spiaggia, alla cena, ho fatto tutto con una lenta e costante solitudine... 
Anche solo due anni fa sarebbe stata una giornata orrenda e pesante, oggi no. 

Kuta, Bali...

27 giugno:


Ieri sono arrivato a Bali. 
La vista dall'aereo è di quelle da cartolina, piccoli atolli immersi bel blu...
Arrivato in aeroporto gli indonesiani mi sono sembrati molto amichevoli e l'agente della dogana, vedendo da lontano il mio passaporto italiano, ha iniziato a cercare con gli occhi sul soffitto le poche parole conosciute ed uscito con "ciao, come sta?". Senza chiedermi nulla sul mio soggiorno, la domanda a cui teneva molto è stata riguardo la mia squadra del cuore, alla parola "Inter" é schizzato sulla sedia, mi ha dato un cinque di quelli davvero inaspettati da un uomo in divisia e mi ha fato vedere che sotto la giacca militare aveva la maglia dell'Inter!!! Ma si può? Dopo avermi detto che quest'ano abbiamo fatto schifo mi ha augurato una splendida permanenza in Indonesia.Ho preso un taxi e mi sono fatto portare a Kuta, iniziando a girare in cerca di una sistemazione, un po' consigliato dalla lonley, un po' a caso... Il taxi, come mi aspettavo, é stato da contrattazione all'ultimo sangue, le stanze invece hanno prezzi fissi. Alla fine, stremato dall'umidità, dal fatto che molti posti fossero pieni  e dal fuso sono andato in piccolo posto, abbastanza ben tenuto, con pochi fori nelle lenzuola, pagando più di quanto preventivato. Nella mia testa sarei dovuto stare qui 3 giorni e poi andare a vedere Ulu Watu, ma ieri - dopo il riposino ammazza fuso - sono uscito dall'hotel e ho incontrato Karina, che, come me, si era persa. Karina è una matta canadese di origine guatemalteca che sta girando l'Asia da 7 mesi ormai e che stamattina è partita per raggiungere una sorta di fidanzato americano e altri ragazzi alle Gili island, quindi ho deciso che oggi compro il biglietto e domattina li raggiungo.
Kuta, per il poco che ho visto,  é chiassosa, inquinata, occidentale, incasinata, relativamente cara e tra poco vedrò la spiaggia (che mi hanno detto non essere neppure un gran chè). In altre parole Kuta é un posto da festa, che in questo momento io non cerco.



Le tre foto qui sotto sono state scattate a pochissimi metri una dall'altra... 








lunedì 25 giugno 2012

Do something great for your country. Leave.

Oggi inizio la parte mia... dopo LA, San Diego, il Grand Canyon, la Monument Valley, Las Vegas, la Death Valley, la Sequoia National Forest, Stanford e San Francisco, dopo qualcosa come 3800 Km in macchina, dopo aver parlato spesso piemontese, dopo risate che non si contano, dopo quella che è stata spesso definita "la vacanza più bella di sempre", si parte soli per l'Indonesia.

E finalmente escono paura e eccitazione... guardo in faccia il mio più grande nemico e la mia più grande paura e provo a schernirla, sperando non mi assalga tra qualche tempo.

Trascorrerò le prossime ore rileggendo la parte sull'Indonesia della mia guida e finendo (forse) "un indovino mi disse". La prima tappa indonesiana sarà Kuta, dalla quale ho ricevuto diversi inviti su couchsurfing ai quali non ho ancora risposto, probabilmente per non rendere reale la separazione col mondo...

A Stanford (dove, per chi non lo sapesse, si possono comprare le magliette di Stanford... e le trovi solo li e da nessun'altra parte) ho fatto una foto a una scritta che avevo letto tempo fa, ma che come tante altre cose, mi era passata di mente...


Passerò la notte tra aerei e fusi orari, passerò una notte che non esiste... come se niente fosse perderò un giorno di vita attraversando il pacifico, come se niente fosse... E non venitemi a raccontare che il tempo esiste, che il tempo ha un senso così come lo conosciamo...

giovedì 21 giugno 2012

Sequoia

Noi che siamo giovani ci svegliamo alle 8 dopo essere andati a dormire alle 5.30 per "'mbracè dui piante"!

Con la pancia (abbiamo appurato che siamo MOLTO più belli vestiti che non in piscina) e una quantità sinceramente spropositata di alcol in corpo lasciamo Las Vegas...

mercoledì 20 giugno 2012

Las Vegas

Las Vegas è tutta finta, fa un caldo da impazzire, se non hai centinaia e centinaia di dollari non riesci a divertirti, in ogni angolo ti mangiano i soldi, le prostitute abbondano, così come i truffatori, le donne sono tutte volgarmente vestite e si vede che quando ti guardi intorno stai guardando delle copie...

Adoro Las Vegas!

lunedì 18 giugno 2012

In ritardo

Sono un po' in ritardo, un po' per mancanza di tempo, un po' perché essendo con altre 4 persone i momenti di solitudine sono praticamente assenti... 


Riassumo molto più che brevemente quanto fatto fino ad oggi e lascio due riflessioni appena scritte in una mail sempre più importante...


2 giorni ad LA, sinceramente un po' deludente.
2 giorni a San Diego, girandola in bicicletta, sinceramente molto bello, bellissimo ostello e serate come si deve
1 giorno intero di viaggio
Oggi siamo stati al Grand Canyon, ci siamo svegliati alle 3.25 per arrivare a vedere l'alba.
L'alba è stata molto molto bella, ma è stata la solita meravigliosa alba che si lascia attendere. L'alba è un periodo, non un attimo, concede all'uomo i goderne senza fretta; averla vista sul grand canyon ha dato un plus inferiore a quello che pensavo…


Appena sono arrivato mi hanno colpito alcune monete gettate su una roccia poco lontana da uno dei migliori punti di osservazione e continuo a stupirmi di come l'uomo associ il denaro alla fortuna. Poco più avanti ho visto un cartello che sottolineava che al posto del fortunato destino sperato, le monete finiscono nel collo del condor californiano attratto dal luccichio e lo uccidono. Sprecare denaro non porterà mai fortuna.

Nel pomeriggio abbiamo girato il Canyon dall'alto su un elicottero; non ero mai salito su un elicottero… abbiamo speso un po' troppo, ma è stato molto figo... 

Ora stacco e vado a dormire per terra visto che in 5 su due piccoli letti matrimoniali non ci stiamo, domani monument valley.


A presto


PS: ci stiamo divertendo come dei matti :)

lunedì 11 giugno 2012

Ciò che non entra in valigia è superfluo.

Qualche giorno fa ho chiuso lo zaino che porterò con me in viaggio... cosa mettere per nove mesi?


La filosofia è semplice e la lessi qualche tempo fa non ricordo dove: ciò che non entra in valigia è superfluo. E forse è più facile fare una valigia per un viaggio così lungo che non per pochi giorni. Metà dello zaino è composto da libri e guide. Avrei potuto lasciare qualche libro a casa, ma mi sono stati regalati, prestati o ispirati per questo viaggio e mi sembra doveroso averli con me.


Addosso partirò con:
Scarpe da running/trekking indistruttibili
calze
jeans
maglietta
maglia di cotone
cuscino gonfiabile
cappello per evitare scottature alla pelata.
In una meravigliosa e capiente borsa tracolla (creata da una mia amica artigiana per me, per questo viaggio, e ispirata al romanzo On the road di Kerouac e a Guaranteed di Eddie Vedder) [scorrendo questo link troverete la mia borsa: http://www.facebook.com/WaveHandmade ] avrò:
biglietti, foto per visti, biro, tappi per le orecchie, occhiali con custodia, pc, videocamera, la guida "south-east Asia on a shoestring", "un indovino mi disse" di Terzani, un'agenda dove ho studiato le tappe del tour, una moleskine, un minitaccuino, un'agenda da viaggio stupenda.


Nello zaino:
la guida South-America on a soestring
la guida India del Sud
La guida National Geographic sull'Argentina
la guida "1000 parole più usate in spagnolo per sesso e amore" (ci tengo a sottolineare che è un regalo)
A volte ritorno di Niven
In Asia di Terzani
Io e te di Ammaniti
On the road di Kerouac
I diari della bicicletta di Byrne
Scarpe
Infradito
Beauty case con poche cose, tra le quali - sottolineo - un sapone naturale per non inquinare i luoghi che incontrerò
Piccolo beauty case con qualche medicina
1 paio di jeans
1 pantalone leggero lungo
2 pantolincini corti
4 magliette
1 camicia indiana
Asciugamano
Telo mare
Costume da bagno
Maglietta/pantaloncini per fare sport
1 mantellina impermeabile (mantellina?)
1 giaccone imbottito
1 maglia di cotone
Torcia portatile
Carta igienica
Lenzuolo


Madò che blog noioso! 

venerdì 1 giugno 2012

Spiegazioni

Ecco, ero in debito delle spiegazioni sulle parole bolognesi:


Alla vecchia: sottinteso "maniera". Locuzione che esprime la caratteristica peculiare di persone o luoghi non troppo appariscenti e sofisticati nel senso positivo del termine. Negli ambienti felsinei si sentiranno spesso frasi del tipo "un posto alla vecchia" o "una tipa alla vecchia". Nondimeno la locuzione può esprimere il significato equivalente di "senza porsi il problema". Esempio: "Quest'estate coi miei amici abbiamo preso la macchina e siamo partiti alla vecchia!".


Bagaglio: sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. Esempio: "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovane felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.Termini correlati: bavaglio.


Balotta: compagnia, insieme di amici. E' usato anche come verbo "fare balotta" ossia chiacchierare, fare conoscenza con qualcuno. Esempi: "Soccia, lei là c'è rimasta! Si è messa a frequentare una balotta di tossici!", "Per fortuna che in treno ho fatto balotta con una tipa, senò il viaggio non passava più!".


Bazza: intrallazzo, conoscenza tattica. Generalmente volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto di un acquisto. Esempio: "Ehi, regaz, stasera ho trovato le bazze per entrare!". Con un'intonazione diversa può anche rappresentare un colpa di fortuna. Esempio: "Baaaazza!" dirà il giovane felsineo trovando parcheggio proprio di fronte al locale in cui si accinge ad entrare.


Bella...: desinenza di saluto amichevole generalmente utilizzata tra persone che si conoscono. Esempi: "Bella regaz, come state?", "Oh, bella te, come va?".Boccheggiare (da cui il sostantivo boccheggio): cogliere sul fatto, sgamare, scoprire. Esempio: il giovane ingenuo bolognese non si dà pace perché si è fatto scoprire con l'amante: "Merda, ieri sera non ho controllato il cellulare e la morosa mi ha boccheggiato in pieno i messaggi con la tipa!"


Bona lè: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. Esempio: "Bona lè! riga! non ne voglio più mezza (vedi)!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di intomellamento (vedi) ad opera del maldestro maraglio (vedi) di turno.


Braga: sostantivo per indicare i calzoni maschili. Da qui la locuzione “stasera c’è solo della gran braga” = ci sono molti maschi)


Bresco: (da cui il sostantivo bresca e il verbo imbrescarsi): ubriaco, sbronza, ubriacarsi. Esempio: il giovane timido felsineo dopo il terzo negroni commenterà: "Adesso che sono bresco riesco finalmente a intomellare (vedi) le tipe!".


Bulbo: capelli. Esempi: il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "Con questo vento hai un bulbo che non si affronta!", "Soccia! Che bulbo maraglio (vedi) ti sei fatto!" 


Busone/a: termine conosciuto anche a livello nazionale che in genere ha più significati: letteralmente significa omosessuale, ma si attribuisce spesso anche ad una persona che ha molta fortuna. Detto al femminile (busona) invece significa prostituta. Esempi: "Merda, siamo capitati in un locale frequentato solo da busoni!", "Non mi dire che sei te quel busone che ha vinto al superenalotto l'altro giorno!", "Oh, stasera sui viali non c'è neanche una busona!".


Bussare: (da cui il verbo "andare a busso") col significato di picchiare, menare, dare le botte a qualcuno, mentre il verbo significa andare molto forte. Esempi: "...quelli erano in tre e quel poveretto l'hanno bussato di brutto!...", "oggi sono in gran forma, vado a busso". O come mi disse un avversario durante una partita "Soccia, ti do un busso sulla ghigna (vedi)"


Buzza: pancia, gonfiore addominale. Esempio: tipica affermazione di quando due amici si vedono di rado: "...è da un tot che non ti vedo, vedo che hai messo su un po' di buzza...".


Cagare la mossa (non): ascoltare, prestare attenzione. Locuzione utilizzata principalmente nella versione negativa incentrata al disinteresse e all'indifferenza nei confronti di una qualsiasi situazione o avvenimento. Esempio: "Continuava a parlare ma io non cagavo la mossa...".


Cartola: (con l'accento sulla prima a) tipo giusto, molto fico, con fascino. Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche sia fisiche che comportamentali per fare colpo sull'universo femminile. Esempio: "Soccia, vestito così ho una gran càrtola!" esclamerà il giovane bolognese guardandosi allo specchio.


Cassa: definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcoliche. Esempio: "Ieri sera mi sono preso una cassa pesissima!" esclamerà il fanciullo, la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.


Cioccata/Cioccare: rimprovero, cazziatone. Esempio: "Ho preso una cioccàta pazzesca" asserirà lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha sgamato mentre copiava.


Cinno: da qui i vari diminutivi/spregiativi: cinàz , cinnén.. sostantivo che indica la giovine età di un fanciullo , oltre alla tendenza di un adulto ad imitare comportamenti infantili.


Dargliela su: locuzione finale di una frase che significa terminare, abbandonare un'azione che si stava compiendo precedentemente. Esempio: il giovanotto dopo aver preso il ventisettesimo due di picche dalla stessa fighetta ostinata esclamerà rassegnato: "Ho provato a intomellarla (vedi) per un po', ma alla fine gliel'ho data su!". Questa locuzione è stata assimilata anche dagli inglesi e da loro tradotta con "give up".


Essere tristo (che puzza): definisce l'incapacità di una persona a fare una determinata cosa, specialmente in ambito sportivo. Esempio "Questi son tristi che puzzano, non possiamo perdere contro di loro!".


Fanga: scarpa. Esempio: tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "ho comprato delle fanghe in centro che sono di prima".


Fresca: vedi pilla.


Geppo: (abbreviazione di Geppetto): scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative. Esempio: "Leilà si è messa insieme a un geppo di ultima!".


Ghigna: viso, faccia. Esempio: "Leilà ha un gran telaio, ma ha una ghigna che non si guarda".


Gubbiare: (o ingubbiarsi): dormire, addormentarsi. Esempio: il giovane troverà la classica scusa per evitare di essere cazziato dall'amata per il notevole ritardo al rendez-vous: "Scusa amore, mi ero ingubbiato sul divano...".


Guzzare: termine volgare che ha vecchie origini e che significa scopare. Esempio: il giovane marpione felsineo si vanterà con gli amici delle sue performance sessuali della sera prima con la ragazza di turno: "Cioè, regaz, questa qua è una vera (maiala) di prima, le ho tirato una guzzata da paura!".


Impalugare: allappare, invischiare. Esempio: il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privi dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido amalgamante.


Inchiodare: flirtare. E' il termine più vicino al mio usatissimo "baccagliare".


Lainz: canna, hashish. Termine che definisce sia il singolo spinello che il fumo in generale. Esempio: nelle balotte (vedi) bolognesi si sentiranno spesso le espressioni: "Raga, facciamo su un làinz?", "C'è qualcuno che ha un po' di làinz?".


Lopez: definisce un colpo molto forte contro la muscolatura. Esempio "Merda che Lopez che mi hai fatto!" Dirà il giovane bolognese dopo aver ricevuto una ginocchiata sul quadricipite. In Piemonte "vecchia o vecchietta".


Maraglio: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Esempio: il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della vecchia Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "Turbo", "Rabbit", "O'neill".


Merda: usato spessissimo come esclamazione di qualsivoglia genere, abbreviato spesso in "me'"


Musta: espressione del viso, faccia. Esempio: "Soccia, ma che cassa (vedi) hai preso ieri sera? Stamattina hai una musta che non si affronta!".


Non volerne mezza: essere saturo di una cosa al punto di non volerne nemmeno più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. Esempio: "Come mai hai mollato la tipa?", "Perché non ne volevo più mezza, mi aveva fatto scendere la catena (vedi)!".


Oi: si. Generalmente usato per un'affermazione scontata. Esempio: alla domanda "oggi hai portato il cervello?" fatta da un allenatore al giovane maraglio, questo risponderà "Oi". 


O bam bam!: o bene bene! Esclamazione usata così ad minchiam che non riesco neppure a spiegarne l'utilizzo. Diciamo che va sempre bene.


Pezza (tirare una pezza - Impezzare): uso della dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà. Esempio: l'individuo, dopo alcune ore sbotterà "Cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! Bona lè (vedi)!".Termini correlati: tomella, intomellare.


Pilla: soldi, denaro. Esempio: sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al locale sull'ultima spider in compagnia della gnocca di turno "Merda, che ferro (macchina)! Luilì si che ha della gran pilla!".Termini correlati: fresca.


Polleggio: (da cui il verbo polleggiarsi): riposo, tranquillità, stare calmi. Esempio: stasera non ho voglia di uscire, voglio stare in polleggio" dirà il giovane bolognese all'amico che gli chiederà cosa fare la sera. Viene utilizzata spesso la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio (vedi) di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco: "Oh, polleggiati!". Utilizzato anche nella forma "pollegg" per affermare che va tutto bene. Esempio "Arrivo tra un po' scusami, ma sono in ritardo!" "Pollegg".


Pluma (avere della): essere tirchio, taccagno. Tipica espressione bolognese di antiche origini usata per definire non solo chi non vuole mai spendere soldi, ma anche chi non li possiede. Esempio: il giovane irritato dall'amico "plumone": "Oh, ma che pluma c'hai!? Non vuoi entrare nel locale perché c'è la consumazione obbligatoria?". 


Rimastanza: sostantivo derivato dalla situazione dell'"esserci rimasti": definisce lo stato mentale precario di quelle tipologie di persone che possiedono strani comportamenti e che comunque si differiscono dalle normali abitudini o modi di vivere. Può anche definire uno stato momentaneo nel quale un individuo può avere una mancanza mnemonica o un'abitudine comportamentale singolare. Esempio: "Ehi, ti sei dimenticato un'altra volta di portar dietro il libro? Ma che rimastanza c'hai?". Esempio: "Luilà deve esserci rimasto! Guarda con che musta (vedi) e che vestiti va in giro!".


Rusco: pattume, spazzatura. Esempi: "I bidoni del rusco sono laggiù". I bolognesi sono convinti che rusco e tiro (vedi) siano italiano corrente.


Scendere la catena: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Esempio: le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "bona lè! Mi è scesa la catena! Non ne voglio più mezza!". Esempio: il giovane che continua a subire le ripetute lamentele da parte della classica morosa rompicoglioni sbotterà: "Non ne posso più! Mi hai fatto scendere la catena!".


Soccia: letteramente succhia, ma viene usato come esclamazione che indica stupore da tutte le persone, a prescindere dal livello sociale o dall'educazione.


Stracciare: vomitare. Il giovane felsineo che, come al solito, avrà esagerato coi cuba libre e i gin lemon si ritroverà fuori del locale a "stracciare" magari di fianco ai bidoni del rusco (vedi). 


Taffiare: (da cui il sostantivo taffio): mangiare, cibo. Esempio: il giovanotto appurerà dopo l'uscita dal ristorante dove avrà abusato di crescentine e tigelle: "Soccia, stasera ho taffiato a dei livelli esagerati!". Oppure l'amico plumone (vedi "pluma") che chiede informazioni sulla festa serale più dettagliate in modo da organizzarsi per evitare di cenare a casa: "Oltre al bere sai se stasera c'è anche del taffio?".


Tiro: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Esempio: quando il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?". Tanto diffusa e parte di Bologna che nel mio palazzo, sopra il pulsante che apre la porta, non c'è scritto "apriporta", bensì "tiro".


Tomella: sostantivo derivato dal verbo "intomellare": riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. Esempio: "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà elegantemente il personaggio di classe alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Termini correlati: pezza.


Vecchio: (o uomo): espressione per definire una qualsivoglia persona in modo affettivo. Esempio "Bella (vedi) vecchio!" per salutare un amico.

Zavaglio: vedi bagaglio.