martedì 31 luglio 2012

30 luglio - troppi scalini

Con una ragazza olandese, un australiano e una canadese oggi abbiamo preso due scooter e siamo andati a visitare un tempio dove un tempo vivano delle spaventose tigri...
Per arrivare in cima al tempio ci sono 1237 scalini, che sotto il sole e l'umidità tailandesi sono stati decisamente duri (la canadese a metá strada ha rinunciato). Una volta scesi abbiamo girato intorno al luogo, entrando in diverse grotte, tutte contenenti statue di Buddha e piccoli altari. Abbiamo poi guidato a lungo, fino a una piccola spiaggia, dove abbiamo trovato una noce di cocco, piena...
Abbiamo iniziato con pietre e pezzi di legno ad aprirla ed infine l'abbiamo bevuta e mangiata... È stata una conquista!
Serata mangiando al mercato, bevendo qualche birra e giocando a biliardo fino a tardi...

29 luglio - Krabi

Colazione e si parte per Krabi. Città tranquillissima, ostello con aria condizionata, docce calde! e ho anche (finalmente) lavato un po' di roba... 
Serata con un po' di gente con la quale condiviso l'ostello giocando a biliardo e bevendo qualche birra. 

28 luglio - the beach

Giornata iniziata presto, facendo snorkelling e andando a vedere the beach, quella dove hanno girato the beach! 
La spiaggia é potenzialmente bellissima, ma c'è una quantità spaventosa di gente che la visita e la rende invivibile!
Tramonto in cima alla collina più alta di koh phi phi.
Domani si riparte e si va a Krabi...

venerdì 27 luglio 2012

26 luglio - ko phi phi

Sveglia prestissimo e passeggiata in spiaggia con le luci perfette, la gente locale che prepara gli agi per i turisti. Poi ci siamo spostati in un dormitorio, per conoscere nuova gente. 
Giornata con un gruppo di inglesi e una tedesca, spiaggia, sole, per fortuna ancora non si sono viste piogge.

Serata con festa in spiaggia e alle 5.00 tornano gli inglesi in stanza, stanza da 15 persone, e iniziano a parlare fortissimo, urlare e tirarsi una palla... Anche se erano effettivamente divertenti mi sono preso malissimo e abbiamo iniziato a litigare e poi, finalmente, hanno smesso.

25 luglio - non abuserai di me

Stamattina mi sono svegliato che Josh mi stava dolcemente massaggiando una parte del corpo che non avrebbe dovuto toccare, mentre ancora stavo dormendo... 
Dopo avergli dato un calcio è uscito per andare al lavoro e io ho deciso di impacchettare le mie cose e andare via da questa isola così strana ed eccessiva...
Direzione ko phi phi... Sulla nave ho incontrato una ragazza tedesca timidissima che, dopo aver raccolto frutta girando l'Australia per un anno, ora ha deciso di girare un po' la Thailandia...
Abbiamo preso un bel bungalow con amaca, dalla quale sto scrivendo, ma mi sa che non ci stiamo molto simpatici!
Serata in spiaggia, stanchi per il viaggio e sempre un po' troppo silenziosi... Domani cerchiamo un ostello in cui poter conoscere nuova gente; in questa situazione sembriamo una coppia incazzata che non si parla...

mercoledì 25 luglio 2012

24 luglio - come si scrive? Lictestain?

Oggi, tramite couchsurfing, ho incontrato Josh... Un tipo filippino gayissimo che vive qui a phuket da un po'. E' di una pesantezza infinita, ma mi ha portato in posti sperduti dell'isola veramente fighi!  La sera ho incontrato uno del Lictestein (ah, madò, non so neanche come si scriva!)... E io che pensavo che fossero un invenzione! Esistono davvero! 

23 luglio - phuket e la droga

In Thailandia non si suda, si cola... Giornata di transizione, oggi ho comprato un telefono, ho cercato un posto in spiaggia che fosse libero, ma sembrava di essere in Liguria...  Non capisco l'ossessione dei thailandesi per le cannucce... Serata passata in una casa privata con piscina, ogni ben di dio da bere e da mangiare, un bel po' di gente, qualche lady boy  e tanta, troppa droga... Quasi tutti a un certo punto hanno iniziato a comportarsi in modo assurdamente strano e un preso una gomitata in faccia da una ragazza che non sapeva più cosa stava facendo. Non conoscendo quasi nessuno ho smesso di bere preoccupato che avessero messo qualcosa nel mio bicchiere; ho passato la serata seduto, in disparte, un po' preoccupato e attendendo che l'effetto delle droghe passasse...  Phuket non mi piace affatto...

domenica 22 luglio 2012

22 luglio - esia

Scendiamo alla stazione di Giacarta che sono le 4.30 e né Gijs - che ha dormito per terra - né io - in un sedile troppo stretto - abbiamo dormito un granché in treno. Decidiamo allora di sdraiarci sul durissimo pavimento della stazione e crolliamo in due ore di profondissimo quanto barbosissimo sonno.

"Il viaggiare in treno o in nave, su grandi distanze, m'ha ridato il senso della vastità del mondo e soprattutto m'ha fatto riscoprire un'umanità, quella dei più, quella di cui uno, a forza di volare, dimentica quasi l'esistenza: l'umanità che si sposta carica di pacchi e di bambini, quella cui gli aerei e tutto il resto passano in ogni senso sopra la testa."

Triste addio/arrivederci a Gijs dopo l'n-esima sconfitta a scacchi... Si va in aeroporto e si va a Phuket, sperando di incontrare altri compagni di viaggio del genere. 
Atterraggio con la vista di infinite isolette a picco sul mare e pezzi di spiaggia che il crepuscolo mi lascia vedere in parte, insenature su un infinito, fermissimo specchio d'acqua.  Sembra la quiete dopo la tempesta e, essendo wet season, probabilmente lo è.

Arrivo e non ci sono più bus per il centro città e quindi vado a Pa Tong, vago un po' stanco e già annoiato dalle tante richieste di qualsiasi tipo che ti vengono fatte con grandi cartelli che ti vengono praticamente sbattuti in faccia.

21 luglio - attesa

Giornata attendo il treno, girando stancamente per Yogyakarta, comprando un po' di cose e giocando a scacchi, ci aspetta un treno di molte ore e mi dovrò purtroppo separare da Gijs... 

sabato 21 luglio 2012

20 luglio - buon compleanno Gijs

Ci siamo svegliamo tardi, una colazione che in realtà è un pranzo, una partita a scacchi (perdo regolarmente) e poi prendiamo gli scooter e siamo andati al bird market. Un posto pieno di meravigliosi uccelli di tutte le razze e dimensioni, in gabbie talmente piccole che dopo pochi secondi son dovuto andare via e aspettare gli altri dal parcheggio degli scooter, comprando un cocco fresco e bevendolo all'ombra di una meravigliosa pianta. Uscendo ho anche visto alcuni galli che venivano lavati dopo i combattimenti , così popolari in Indonesia. 
I volatili rappresentano libertà, evasione, chiuderli in queste piccole celle di isolamento é tanto assurdo quanto per me incomprensibile... Il cinguettare continuo, ripetuto e infinito é un cacciavite che mi entra nello stomaco e mi picchia in testa la parola libertà, ogni singolo cinguettio é un richiamo agli umani, la preghiera di aprire le piccole porte, i pochi silenziosi sono probabilmente quelli che ormai ci hanno rinunciato.
Ho saputo più tardi che c'erano anche serpenti, piccoli gatti, cani e altri animali... Una via di mezzo tra uno zoo, un negozio di animali e un canile, tutti posti che non frequento e che non mi piacciono.
Abbiamo poi guidato, ovviamente perdendoci, fino a Parambanan, tempio meraviglioso in parte induista e in parte buddista. 

Scrivo mentre cammino, circondato da gente che vuole vendermi qualcosa e, per la prima volta, mi serve qualcosa: voglio comprare una bottiglia di vodka o simile, ma le leggi di Allah non sono particolarmente d'accordo, soprattutto considerato che é appena iniziato il ramadan (mi fa molto ridere che in piemontese sia una sorta di insulto). Per fortuna ho parlato con un cristiano (in senso religioso) che mi ha detto un po' dove andare...
Posto chiuso, cerco un altro modo, giro come un pazzo, alla fine chiedo a dei ragazzi che mi caricano su una moto e mi portano in un posto sperduto e finalmente trovo in po' d'alcool! Una roba locale, decente se mischiata con succhi o sode.

Serata divertente con una coppia di tedeschi a cantare e bere, sorprendendo Gijs con una torta al cioccolato con un 24 scritto con delle piccole palline di cioccolato. Beviamo tanto, tutto e - dopo aver girato un po'- giochiamo a badminton completamente ubriachi...

Sogno o son l'attaccante più conteso del mercato estivo senza una erre?

Sono dal medico, nella sala d'aspetto, nudo, con un solo tanga rosa stretto e da donna. Ho accompagnato una donna, che è dentro la sala. Lo studio è composto da una sala d'aspetto centrale molto bella, con sedie su due lati e due stanze con due dottori. Entra Elisa, una mia amica, con i suoi genitori che non avevo mai conosciuto, mi sorride e mi invita ad andarli a salutare. Colto dalla vergogna di andarli a salutare mezzo nudo entro nella stanza del medico, che mi lancia un copri materasso verde pallido e mi dice "brazilian style"; mi sorprende che abbia gli elastici ai lati.
Vado da Elisa, mi presento ai genitori ed esce il medico, che mi squadra, poi dice qualcosa e noi tutti, in quattro, in piedi, in riga, finiamo prima trasportati qualche centimetro all'indietro e poi ribaltati alla fine di una lunga scala. Elisa dimentica lo zaino all'inizio e quindi prendo io il suo, oltre che il mio; saliamo la scala e io non soffro di vertigini perché su un lato c'è una griglia spessa e scura.
A metà scala vedo Arma seduto poco lontano, solo, che parla. Lo chiamo, ma non risponde.
Alla fine della scala c'è una grossa seggiovia e tutti hanno dei giacconi, salgo con i miei due zaini e due ragazzi americani e chiedo loro se in cima faccia freddo oppure no, dato che sono vestito di un solo copri materasso. Quando scendo entriamo in una casa semi abbandonata, dove ho l'impressione di essere stato ieri e una famiglia di procioni molto aggressiva ci fa uscire. Scendiamo i grandi scalini, pieni di una piccola erba con le spine che ti entra nelle mani e alla fine, appena fuori il cancello un leone ci aspetta. Camminando piccoli passi mi accorgo che ho scambiato l'infradito con Arma e gliela ridò. Arriva un gruppo di bambini asiatici vestiti come monaci buddisti e il leone si distrae, io e Andrea guidiamo la fuga camminando a passi lunghi e lenti nel mezzo di una montagna circondati dal nulla, ma improvvisamente arriviamo a un ristorante affollatissimo, che saprà sicuramente come tenere a bada il leone.

19 luglio - Borobudur

Prendiamo due scooter e andiamo a Borobudur, un'ora e mezza di strada, perdendoci molte volte tra campi sterminati, vita rurale indonesiana e saluti sorridenti.
Borobudur è un tempio meraviglioso, con una storia incredibile e pieno di statue di Buddha.
Difficile descrivere questa giornata, bellissima, pienissima, ma così difficile da descrivere.

E' fantastico come le persone si lascino andare a piccole pazzie quando si conoscono meglio... La serata trascorre mangiando, ovviamente, per strada e prosegue suonando per strada con alcuni indonesiani che festeggiano un compleanno e l'inizio del ramadan. Il tutto finisce con altre due olandesi incontrate per caso a festeggiare, dopo la mezzanotte, il compleanno di Gijs (Wilson).

18 luglio - male ai piedi

Ci svegliamo che Moana è già uscita e ha lasciato un biglietto incomprensibile. Giornata passata in Yogyakarta, giornata girando per le stradine, visitando la città più culturale di Java, camminando come dei pazzi, eppure quello che mi resterà di più sarà un 5 contro 5 a piedi nudi in centro, in un piccolo spiazzo tra cemento, sabbia e pietre che ti entrano nei piedi. Io e Wilson (il nome in olandese è troppo difficile e, data la somiglianza con Tom Hanks, ho deciso di chiamarlo Wilson) con tre giovani indonesiani contro 5 giovani indonesiani. Il campo inizia con del cemento piatto davanti a una moschea, cemento che doveva essere un campo da pallavolo o qualcosa di simile, a metà ci sono, inspiegabilmente, due pali, uno di ferro, che sostiene un piccolo impianto elettrico e uno di legno; da quel punto in avanti è tutto polvere, pietre, pezzi plastica, un po' di spazzatura ai lati. Le porte sono dei drittissimi pali di bambù. Sulla carta eravamo più forti, ma io già son lento di mio, su quel terreno andavo decisamente piano, non so come sia finita e non mi interessa, è stato meraviglioso. Il calcio è stata una lingua più forte delle diversità socio-culturali, di età, razza, timidezza ecc.

La serata è iniziata mangiando per strada come al solito, un euro per un piatto enorme di robe buonissime, dove solitamente siamo gli unici bianchi; proseguito bevendo birra... Tutto normale, se non fosse che non avevamo realizzato di essere esattamente davanti a una moschea... Ci hanno gentilmente chiesto di andarcene...

Proseguiamo bevendo nella veranda del nostro hotel, parlando un po' di tutto e godendo del blackout che inonda Yogyakarta per ore, cantando canzoni tristi a lume di candela e finendo un po' più ubriachi di quanto avremmo pensato...

La candela sta per estinguersi, le bottiglie vuote sono tante, il pacco ormai famoso di noccioline aperto e mezzo pieno, alcuni topi si inseguono poco distanti. La chitarra suona, si interrompe, risuona. Pezzi di vita, un altro sorso. Voci sotto di noi, indistinte e da diverse parti del mondo, ogni tanto un nitido "rooms?".

Una zip, che vuol dire silenzio e riflessione e a letto. Resto solo, la candela si agita, resiste e poi muore, rappresenta la nostra vita e la nostra fine, forse di oggi, forse di sempre. Questa candela è nata e morta qui, in una terrazza a pochi metri da dove è stata fatta, dando luce a nuove parole, a conoscenze, a qualche birra e a note tristi e perfette; candele hanno avuto morti peggiori. Il blackout è passato, la città riprende vita, un lontano e leggero odore di fogna mi sorprende, una doccia fredda lava il viaggio di un giapponese appena arrivato.
Con tutti i verdi che la notte mi lascia chiudo gli occhi e mi abbandono a dolci fragili rumori di un buio come tanti.

mercoledì 18 luglio 2012

17 luglio - alba e viaggio

Sveglia prestissimo e si sale sul monte più alto vicino al vulcano, tra campi di cipolle e cavoli, coltivati in zone così scomode da raggiungere che sembra quasi impossibile trovare la strada. La compagnia è praticamente perfetta, un olandese dal nome impronunciabile, musicista, cantante, istruttore di windsurf, bartender (se fossi una donna ci farei un pensiero, una coppia di francesi esilarante, usciti decisamente da un'altra epoca e un'altra francese un po' strana. Si sale ridendo e scherzando, la vista è di quelle meravigliose, poi un'abbondante colazione a meno di 0,5 € e si parte per un viaggio di 9 ore per Yogyakarta, con Gijs, questo il nome impronunciabile, Moana, la francese strana e madre e figlia bielorusse in viaggio insieme.

16 luglio - altro vulcano

Arrivato dopo tante ore di viaggio sotto il gungun bromo, troviamo, con Moana, ragazza francese appena incontrata, un posto dove stare a poco e andiamo subito in cima al vulcano. Confronto all'altro una passeggiata di un paio d'ore. Il paesaggio è surreale, il vulcano è piccolo ma molto attivo e il lago di acqua e zolfo al suo interno è un continuo fumare... Intorno è tutto cenere, anche quelle che sembrano rocce, in realtà sono sedimenti di cenere... Sembra di essere sulla luna. Serata quasi perfetta, con altri due ragazzi francesi e un olandese con la chitarra e una voce meravigliosa: mangiamo nasi goran, beviamo qualche birra e al crepuscolo ci mettiamo ad osservare il vulcano e a suonare. A letto alle 20.00, domani sveglia alle 3.30, per salire a vedere un'altra alba.

15 luglio - odio i locals di Kuta

Stavo per scrivere quanto odio i locals di Kuta, maleducati, scortesi, pronti a fregarti, che non si spostano né in macchina, né a piedi, mossi solo dal denaro...
E poi mi siedo a chiacchiere con un diciottenne di Flores venuto a Bali carico di speranze... 90$ al mese per lavorare tutti i giorni 8 ore al giorno, vorrebbe studiare ancora, ma l'università è roba da ricchi. Vorrebbe viaggiare, ma é roba da ricchi, anche la geografia è roba da ricchi...
Parla qualche parola di ogni lingua, passa le giornate a gestire un piccolo chiosco che organizza trasporti e non esita a offrirmi acqua, anche se sa che il suo stipendio mensile per me sono 4 giorni di viaggio, è la vita, dice... Forse per Natale, dopo due anni, tornerà dalla famiglia; prima non è riuscito ad andarci perché deve spedire i soldi, alla famiglia, prima che se stesso.

In viaggio su un piccolo pulmino per Java sono di nuovo l'unico bianco, un signore gentile fa conversazione in uno stentato inglese e parliamo di tutto, da Mussolini a Picasso, dal calcio alla storia, gli occhi vispi, mai uscito dall'Indonesia ma accanito lettore e appassionato di film. Non esercita il suo inglese dall'ultima volta in cui è stato a Bali, vent'anni fa; ha una sorella sposata in Olanda, che dovrebbe avere dei figli e si lamenta in continuazione del governo anche perché qui, del tempo, è difficile potersi lamentare.

Ci fermiamo nel mezzo del nulla per mangiare cena e sono circondato di gente che vuole fare foto con me, che mi chiede da dove vengo e annuisce alla parola "Italy", ripetendo però Itàly, quasi contando mentalmente le volte in cui ci sono stati.
Ripartiamo nella notte buia di buche e fari, mi sveglio per le urla dei posteggiatori che sono sul traghetto delle 0:40, da Bali, nel piccolo braccio di mare, poi Java, il bus non spegne mai il motore che alimenta l'aria condizionata, l'odiosa aria condizionata. Moriranno così gli indonesiani, raffreddati dall'aria condizionata e sommersi dalla loro immondizia.
Salgo tra volti stanchi fino in cima alla nave, una brezza leggera ogni tanto mi alza qualche brivido, ma nulla di più, mentre sul bus mi devo coprire con la coperta, odiosa aria condizionata. La nave procede lenta, oscilla e di colpo vado indietro nel tempo, da domani torno a ieri, parto alle 0:40 e arrivo a Java che sono a mala pena le 0:15.
Arrivo quasi a destinazione alle 4:30 e aspetto paziente che il sole sorga su una panchina, quasi ignorato da alcuni locals che, appena svegli, si mettono a giocare a scacchi.

14 luglio

Oggi ho preso un motorino e mi sono girato il sud dell'isola, patria dei surfisti e delle spiagge mozzafiato....
Domani non so ancora se prendere una lezione di surf oppure no, poi nel pomeriggio prenderò un bus che, dopo 12 ore, o forse più, mi depositerà su Java, di cui un mio amico è certificato
.

13 luglio - prestissimo

Qui mi piace svegliarmi presto, anche prestissimo...
Stamattina sono uscito che erano le 6.00, complice anche il fatto che ieri sono andato a letto molto presto, dopo una serata a sentire l'incredibile storia di Parveen. Genitori indiani, nata a a Giacarta, vissuta tra NY, Nuova Zelanda, India, Giacarta e ora, appunto, Bali. Fuggita dal padre che abusava di lei, tornata per il padre malato. Fidanzata con un australiano che l'ha tradita pochi giorni prima del suo volo sola andata per Perth e del matrimonio. Una madre che non sente da mesi, che ha preferito restare a New York, e che si è ammalata quando lei è partita. Un ragazzo inglese che viene in viaggio in giro per l'Asia, col progetto di girare per quattro mesi, che la vede, sfatta, ubriaca e aggressiva fuori da un locale di Kuta, la guarda negli occhi e le dice: tu hai qualcosa di grande dentro, mi prenderò cura di te finchè non starai meglio; cancella tutto il viaggio, l'accompagna in giro per Bali fino a farle trovare il suo luogo, un luogo tranquillo dove ricominciare, dove dire addio ai soldi di papà e trovare un lavoro. Si fermano a Ubud, lui se ne va quando lei riesce a sorridere tutti i giorni, la lascia a lavorare per un ONG dove collabora con CIA e FBI, con la guardia del corpo sempre non troppo lontano da lei (ma neanche troppo vocino), dove viaggia tra le baracche a evitare traffico di bambini e di organi, dove viene minacciata dai boss mafiosi delle grandi periferie indonesiane, dove dona sorrisi e speranze, dove non più tardi di ieri una bambina l'ha guardata e le ha chiesto di insegnarle a piangere, perché lei non era capace.
Comunque stamattina mi sono svegliato presto e sono andato in giro per il mercato, dove di giorno non puoi fare un passo senza essere strattonato dai vari negozianti che vogliono venderti qualcosa, magari al triplo del prezzo. Stamattina ero l'unico bianco, tutti stavano montando, trasportando, pulendo, c'era un laborioso silenzio e nessuno mi ha rivolto la parola, se non il saluto di qualche bambino. Tutti erano così indaffarati che neppure mi vedevano, non mi chiedevano se volevo un taxi, una statuetta, una maglietta. Ero li, ma era come se non ci fossi.
Nella veranda del mio piccolo bungalow, guardo i fiori pesanti di pioggia cadere a terra meravigliosi, e con calma, prima del bus che mi porterà via dalla splendida Ubud, bevo il mio caffè forte e gusto la mia colazione appena fatta: omelette con pane bianco tostato e insalata di banana, ananas e mango.

Kuta è caotica, ogni tre passi qualcuno ti chiama boss o sir e prova a venderti qualcosa, qualsiasi cosa, perché tanto costa poco... Il problema è che spesso accade: la gente compra oggetti di cui non ha alcuna necessità solo perché il prezzo conviene. Desideriamo l'inutile a poco prezzo e non siamo disposti a spendere qualcosa in più per le cose davvero importanti.

12 luglio - inutile

Fuori piove.
Dopo una notte passata in bagno, una mattinata a dormire e un pomeriggio a oziare attendo stancamente domani, che mi riporterà per un giorno a Kuta, nella quale però affitterò soltanto un motorino per girare il sud dell'isola e poi andrò a Java.
Questa è stata finora la giornata più inutile da quando sono partito, però forse sono dimagrito.

giovedì 12 luglio 2012

11 luglio - il resto della corruzione

Prima regola per guidare in Indonesia: avere una patente internazionale. 
Seconda regola: avere una patente internazionale.

Oggi ho preso uno scooter e ho guidato a nord di Bali fino a un bellissimo lago. Mentre stavo tranquillamente ammirando il panorama di palme e campi riso mi ha fermato la polizia.
All'inizio abbiamo scherzato e parlato di calcio, poi mi ha chiesto la patente e io gli ho dato la mia italiana, per altro scaduta.


Sempre con fare molto amichevole il poliziotto mi ha detto che avrebbe dovuto sequestrarmi il motorino e farmi una multa da 500.000 rupie, circa 50€; io ho fatto la parte di quello che era appena arrivato da marte e non aveva idea di come funzionasse il tutto e il gentil poliziotto mi ha detto che  poteva venirmi incontro essendo la mia prima volta a Bali... 


Apro il portafoglio e ho solo una banconota da 100.000 rupie, poco meno di 10€. Ovviamente ho aperto un portafoglio, non l'altro... 

Il poliziotto si impietosisce e mi dice che se mi prende tutto quello poi non posso più neanche mangiare o mettere benzina, ma che comunque non vuole rovinarmi il viaggio e che vuole aiutarmi; finisce col darmi il resto di 50.000... Pacca sulla spalla, soldi in tasca e tanti saluti... 


Mentre giravo a caso per le strade di Ubud mi hanno quasi dato dentro due ragazze in motorino... Due ragazze che avevo conosciuto una settimana fa alle Gili! Stasera mangeremo qualcosa insieme... 

martedì 10 luglio 2012

10 luglio


Oggi ho passeggiato tra scimmie  e foreste, musei e clacson, girando il più possibile a piedi Ubud.
Mentre passeggiavo ho incontrato la donna della mia vita… non so spiegarlo, ci siamo guardati e l'ho sentito; lei è una delle donne della mia vita. Invece di fermarla ho invece continuato la mia strada, le mie visite, il mio girovagare, pensando a com'è strano sentire di aver incontrato la Donna.
Ovviamente non ho idea di chi sia e non la rivedrò mai più, ma è stata una sensazione piacevolmente strana

9 luglio

Giornata viaggiante, si salutano altre due persone con le quali si è diventati stretti e si parte.
Qualche ora di bus, 4 di nave sotto il sole rovente del primo pomeriggio equatoriale, allietato solo da qualche brezza leggera e delle viste mozzafiato in lontananza arrivo a Bali, un ora di bus e sono a Ubud, città ricca di templi e profondamente religiosa.
Trovo alloggio in un bungalow tanto centrale quanto calmo, circondato da natura, statue, incenso e un piccolo laghetto colmo di pesci...
Serata ascoltando una band indonesiana bravissima con un paio di persone conosciute da pochi minuti.

domenica 8 luglio 2012

8 luglio

Affittiamo uno scooter e andiamo a caccia della spiaggia perfetta in giro per Lombok, Susanna, hannes ed io.
Ci fermiamo spesso, entriamo tra palme altissime e spiagge che variano dal bianco, al dorato, al nero...
E poi campi di riso, villaggi, palme... Si cammina di nuovo, cascate, campi di noccioline, battute... Non arriveremo in tempo per la battaglia coi bastoni.
Arriviamo alla cascata pricipale ci tuffiamo nella solitudine assoluta, tra avocado, banane, ananas, vaniglia, peperoncino; cerchiamo la terza cascata, quella che non si trova senza uno del posto, ci arrampichiamo, camminiamo e troviamo al posto della cascata una vista incredibile...
si torna che é sera, nella notte di strade senza regole si torna al nostro bungalow...
Cena in un ristorante pseudo italiano e poi un po' di street food

7 luglio

Sveglia alle 2.30, te caldo e si parte, arrivo troppo presto e in cima ci sono poco più di 0 gradi, ci accoccoliamo con Hannes e Susanna per scaldarci e, quando il sole sta per alzarsi, ci alziamo anche noi...
Saliamo in cima e l'alba è meravigliosa... Il lago da in cima, il correre a scendere, la strada sbagliata, i piedi che fanno male, proseguo scalzo con 4 bolle, un alluce che fa un male da morire e la caviglia sanguinante... Stremati, cerchiamo un hotel con Hannes e Susanna...
Sono distrutto, credo sia la cosa piu' faticosa che io abbia fatto in vita mia.

6 luglio

Quindi é qui che vivono gli dei...
Dopo un giorno e mezzo di cammino, sono dentro il cratere di un vulcano che due anni fa ha eruttato per l'ultima volta e sto per immergermi in un meraviglioso lago nel bel mezzo del cratere, un salto nelle acque termali e poi si riparte per 3 ore e mezza in un percorso terrificante, praticamente scalando, facendo quasi un metro ogni passo... Circondato dalle nubi ogni tanto appare una staccionata, ogni staccionata, è una persona morta in quel punto.
Arriviamo al campo, domattina sveglia alle 3 per arrivare a 3700 metri per l'alba, dove Lombok sembra il palmo della tua mano e poi 8, dico 8 ore per tornare a valle.

5 luglio

I posti che vale veramente la pena vedere e vivere sono quelli in cui non puoi taggarti su facebook...

Accarezzato dal sole, con la brezza che fa rizzare i peli delle gambe semi scoperte e una vista mozzafiato mi sdraio stremato, sudato e con felpa e k-way addosso... La cima del vulcano poco lontana e due giorni ancora davanti a noi, gruppo eterogeneo di simpatici europei...

L'oceano poco più in basso con le tende arancioni montate in fretta, un piccolo torrente per prendere acqua fresca e, ovviamente, nessuna possibilità di lavarsi...

ancora 4 luglio - trovati altri compagni di viaggio

Dopo aver scambiato in spiaggia una maglietta e pochi euro per un didgeeridoo fatto a mano (che non so come porterò in giro) stavo cenando solo nel mercato locale, quando mi sono unito a un tavolo con due italiani, un'australiana, una olandese e un tedesco. Gli ultimi due domani faranno la scalata del vulcano e spero che siano in gruppo con me‏

mercoledì 4 luglio 2012

4 luglio - addio compagni di viaggio, troviamone altri


Sono da poco arrivato a Senggigi dopo barca e un auto divisa con alcuni altri ragazzi che stava letteralmente insieme con i fil di ferro; qui c'è poco da fare se non stare in spiaggia, ma è un buon posto per iniziare il trekking sul vulcano e recuperare dal full moon party di ieri notte.
Ho lasciato sulle Gili Karina, Robin, Anthony, le due Charlotte, Louis, Sam e tanta altra gente conosciuta in questi giorni…Il pensiero del giorno è: dopo una settimana senza acqua calda e carta igienica mi rendo conto di quanto la carta igienica sia un invenzione inutile… certamente, quando avrò una casa, mi farò mettere vicino al WC una di quelle meravigliose doccette che ti sparano l'acqua proprio là… Il pensiero è molto profondo e potete immaginare in che momento mi sia venuto… 

Domani mi sveglio alle 4.30 e partiamo col trekking, da bordo spiaggia arriviamo in 2 giorni in cima al vulcano alto 3700 m circa, il gunung rinjani. In cima ci sono circa 0 gradi al mattino, quindi avrò bisogno di sfoderare molto prima del previsto la mia mitica giacca della Guinnes.

3 luglio - il sole ha fretta

Il giorno e la notte, qui, appena sotto l'equatore, sono perfetti... il sole non si calma mai, sale e scende tutto l'anno con gli stessi ritmi, sale velocissimo e scende in pochi minuti; sul Grand Canyon avevo pensato che l'alba lascia il tempo di essere gustata, sull'equatore questo accade molto meno.

Seduto su una piccola costruzione in legno, guardando mare, barche e isole, pensando che domani partirò per altri luoghi, per altri volti e altre storie di viaggiatori guardo la quotidianità di un isola che dietro ai locali, alle birre e ai turisti ha un piccolo villaggio che quasi si nasconde dal mare che tutto dona e da cui tutti qui dipendono. Mi chiedo se sia stato fare un passo indietro per lasciare posto ai dollari o ci sia qualcosa di più profondo...
Temo sia la prima.

2 luglio

Giornata di mare. Nel tardo pomeriggio corsa attorno all'isola, con i piedi che fanno male per i coralli morti - a migliaia sulle spiagge - pestati.
Giornata finita con una serata tra canadesi, danesi, olandesi, guatemaltechi e le continue richieste degli indonesiani sul nostro fabbisogno di magic mushrooms e marijuana. 

1 luglio

Oggi sveglia e con Robin e altre persone a fare snorkelling tra le Gili, carino ma niente di speciale fino all'ultimo posto, dove abbiamo visto chi tre chi quattro enormi tartarughe marine... La parte migliore é però stata la prima fermata, dove abbiamo perso una ragazza francese... Ahahah, tutti ridevano e immaginavano ormai le storie più incredibili mentre la sua amica moriva di paura ed era giustamente preoccupatissima...
Dopo mezz'ora abbondante l'abbiamo trovata lontanissimo, che stava cercando di salire su un'altra barca - stremata dalla nuotata - ma il tizio le diceva che no, doveva stare in acqua e venirci a cercare; tra l'altro si chiama Marine... È meraviglioso per Marine morire in mare...