domenica 22 luglio 2012

22 luglio - esia

Scendiamo alla stazione di Giacarta che sono le 4.30 e né Gijs - che ha dormito per terra - né io - in un sedile troppo stretto - abbiamo dormito un granché in treno. Decidiamo allora di sdraiarci sul durissimo pavimento della stazione e crolliamo in due ore di profondissimo quanto barbosissimo sonno.

"Il viaggiare in treno o in nave, su grandi distanze, m'ha ridato il senso della vastità del mondo e soprattutto m'ha fatto riscoprire un'umanità, quella dei più, quella di cui uno, a forza di volare, dimentica quasi l'esistenza: l'umanità che si sposta carica di pacchi e di bambini, quella cui gli aerei e tutto il resto passano in ogni senso sopra la testa."

Triste addio/arrivederci a Gijs dopo l'n-esima sconfitta a scacchi... Si va in aeroporto e si va a Phuket, sperando di incontrare altri compagni di viaggio del genere. 
Atterraggio con la vista di infinite isolette a picco sul mare e pezzi di spiaggia che il crepuscolo mi lascia vedere in parte, insenature su un infinito, fermissimo specchio d'acqua.  Sembra la quiete dopo la tempesta e, essendo wet season, probabilmente lo è.

Arrivo e non ci sono più bus per il centro città e quindi vado a Pa Tong, vago un po' stanco e già annoiato dalle tante richieste di qualsiasi tipo che ti vengono fatte con grandi cartelli che ti vengono praticamente sbattuti in faccia.

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