lunedì 24 settembre 2012

23 settembre - Spiaggia di Hue e cazzeggio


Appena svegli si parte con alcune nuove conoscenze per la spiaggia di Hue che, essendo a una quindicina di chilometri dalla città, è una distesa solitaria e infinita dove si alternano palme e barche di pescatori. Presto il caldo opprimente ci fa scappare e tornare verso il centro e giriamo perdendoci un po' tra le vie di Hue.  Serata tranquilla guardando calcio inglese e giocando a biliardo. 

22 settembre - meraviglioso viaggio verso Hue


Partiamo presto per fare un giro strano ed arrivare a Hue. Il programma è di andare internamente per strade di montagna, all'interno di un parco nazionale, arrivare quasi al confine col Laos, proseguire per il famoso Ho Chi Minh Trail e tornare verso la costa arrivando a Hue.  Il programma cambia dopo poco, quando Ricky vede l'indicazione per una strada di cui tutti parlano per la sua bellezza. La strada non delude le promesse, ci arrampichiamo sulla montagna che costeggia il mare con le moto che tossiscono e faticano sotto il peso degli zaini, l'oceano infinito sul quale si appoggiano alcune isole ci guarda dal basso, ci fermiamo sul picco ad ammirare la vista e bere qualcosa in un caffè improvvisato nel mezzo del nulla. 

Ripartiamo in discesa e la mia moto raggiunge l'incredibile velocità massima di 80km/h; proseguiamo in questa strada magnifica, che attraversa villaggi, sali e scendi, barche sul mare calmo, rocce e verdi e blu e infiniti... Il Vietnam ha una belleza sua, unica, che deve essere vista.


Arrivano a Hue e troviamo un ostello dove arrivo sfinito per le vibrazioni della moto.


21 settembre - ieri sera non mi sono cosciuto


Sveglia con mal di testa e si parte per Hue. Partiti da poco la moto di Ricky si rompe e allora cerchiamo un posto dove sistemare tutte le nostre moto e decidiamo di tornare indietro e restare un'altra notte.
La giornata trascorre cercando un posto che ripari le nostre moto senza spennarci; il fatto è che sono talmente vecchie che nessuno le sa più riparare.  Serata tranquilla tornando a fare qualche puntata al casinò e a letto presto.

20 settembre - Da Nang e falo'


Ci svegliamo, andiamo in spiaggia, ma il caldo ci opprime. Andiamo quindi a vedere un tempio poco distante che spicca su una montagna e sembra carino.
Risulta essere fenomenale, un sistema di grotte e templi difficili da descrivere che si arrampicano su una collina con un vista mozzafiato...
Passiamo un paio d'ore ad arrampicarci tra le grotte e le caverne, ad ammirare incredibili statue ricavate direttamente dalle pareti...
Pomeriggio in spiaggia e verso il tardo pomeriggio ho cominciato a girare come un matto per le foreste attorno alla nostra guesthouse, hoa's place, per fare un falò in spiaggia stanotte...  Il falò è stato un successo. La problematica è stata trovare legno da ardere dato che qui usano il fuoco per cucinare; le foglie di palma hanno contribuito a rendere il fuoco alto, un pezzo grosso e pesante che abbiamo trovato in un posto sperduto ha lasciato il fuoco acceso per ore, circondato da gente di tutto il mondo a chiacchierare e bere troppo.
Era da mesi che volevo fare un falo'!


19 settembre - il Ciarafi fa schifo


Dopo una giornata di ozio partiamo in moto per Da Nang, terza città per estensione e punto in cui non dovrebbe esserci molto da fare se non trovare un rivenditore ufficiale yamaha e mettere a posto lo scooter di Bart.  La mia moto fa schifo, se tengo la massima velocità per qualche tempo inizia a tossire come il fifty di Max Pezzali e devo rallentare la marcia parecchio.
  Avendo sentito parlare di un posto molto ospitale leggermente fuori città andiamo alla ricerca di questo e lo troviamo non senza qualche fatica. Nel perderci però arriviamo in una zona dove sono tutti produttori di statue in marmo... Una meraviglia, il caldo assoluto, questi che lavorano senza sosta a maestose statue mozzafiato...
Dopo una cena "in famiglia" nella nostra guesthouse (che risulta essere fantastica e molto accogliente) partiamo in moto verso il centro per vedere la campions league; Bart però fora, quindi torniamo indietro e ripartiamo. Sulla strada troviamo un casinò e ci fermiamo a fare un paio di puntate.  Mentre cerco di far ripartire la moto le mie ciabatte appena comprate si rompono e guido a piedi nudi per un po'... Arrivati a un bar dove guardiamo Chelsea Juve un ragazzo arriva, prende la mia ciabatta rotta, mi sorride, me la ripara con un fil di ferro e mi risorride, questi gesti gratuiti mi fanno stupire di chi dice che i vietnamiti sono scortesi.  Ripartiamo e alla mia moto parte il sistema elettrico, e nella notte buia come la pece torniamo alla nostra guesthouse con Ricky che cerca di farmi luce con la sua moto...
 

18 settembre - il Ciarafi fa le bizze


Sveglia e si parte in moto per le rovine di my son. Partiti da poco la mia moto scoppietta in modo strano e esce un fumo bianco denso.  Come in tutto il Vietnam, ogni pochi metri ci sono persone in grado di aggiustare le moto e così è... sosta di qualche minuto e si riparte.
My Son sono delle belle rovine di templi antichi, sperdute e non molto ben conservate. Dopo aver visto decine e decine di templi sembrano un po' tutti uguali. Tornati in hotel un po' di piscina, troppe birre e una serata scialba, la prima ad Hoi An.

martedì 18 settembre 2012

16 e 17 settembre -

Siamo ancora ad Hoi An e probabilmente ci resteremo altri due giorni.
Giornata passando a passeggiare tra le infinite bancarelle e finita comprando un paio di scarpe fatte su misura!


Oggi la mia moto è passata da avere il serbatoio pieno ad essere completamente vuota. Questo significa che o ho un buco nel serbatoio o qualcuno mi ha rubato la benzina, cosa possibile dato che il sedile non chiude. 


Entrambe le giornate sono passate divise tra passeggiate svogliate, piscina e spiaggia. Il mare è stupendo e ricco di onde, con una spiaggia profonda che finisce sotto fittissime palme di cocchi. 

Serate identiche, cenando in un posto dove una media di birra costa 0,11 €, proseguita dove per un dollaro ti danno una birra e un secchiello di cocktail e finita in un posto dove ci sono free shot di whisky tutta la sera! 

15 settembre - Hoi An

Dopo quattro ore di sonno mi sveglio e faccio a piedi i quaranta minuti che mi separano dall'hotel degli altri.
In ritardo di un paio d'ore arriva un ragazzo vietnamita col quale giro tre negozi di moto usate e finisco col comprare una moto per circa duecentocinquanta dollari. Con questa farò tutto il resto del Vietnam, basta bus. 

La moto è una honda semiautomatica, 100 cc, un po' scassata, ma che spero riesca a portarmi fino al nord.

Giornata girando per negozi che in un paio di giorni ti fanno qualsiasi cosa su misura, dalle scarpe ai vestiti... 


Hoi An è una cittadina che non offre altro che infiniti negozi di qualsiasi cosa, ma è di un eleganza infinita, con le case dalle facciate in legno, i piccoli viali pieni di incenso e umanità... mi piace.

Serata bevendo troppo e arrivando tardi conoscendo un sacco di gente

14 settembre - Uccido qualcuno

Mattinata girando Quy Nhon, cittadina bella, con un mare e una spiaggia infinita, ma con nessun non-vietnamita.
Ho dunque deciso di prendere subito un bus bel pomeriggio e andare ad Hoi An dove dovrei raggiungere Ricky (quello che avevo conosciuto a Phnom Phen) e Bart (questo il nome del belga), i due che stanno girando in moto e, finalmente, comprare la moto e proseguire on the road per davvero.

Sul bus sono di nuovo il solo bianco e lo spazio per le gambe in questo bus strapieno non è sufficiente neppure per loro. Saranno cinque ore molto lunghe.
Il bus di ferma in continuazione, google map mi dice che siamo tantissimo in ritardo sulla marcia prevista, le gambe mi fanno male, ho voglia di dare un pugno al finestrino e distruggerlo, le buche continue e lo scrivere a una mano sola mi innervosiscono come nient'altro, un bellissimo bambino sta dormendo con la testa sul mio braccio che - quindi - non posso muovere e lo odio e mi fa sudare. La schiena è a pezzi e l'aria condizionata getta in continuazione un soffio troppo freddo sulla mia testa troppo vicina al soffitto. Lo zaino in braccio è pesante, non posso spostare le gambe e il tizio davanti a me ha il sedile abbassato, vorrei aprirgli la testa all'attaccatura dei capelli con un pugno e scaraventarlo fuori. Siamo in ritardo, niente birra con gli altri. Il bambino si allunga e mi punta la testa sulle costole, allora riempio i polmoni per respingerlo. Siamo in ritardo, è buio, piove.

All'orario previsto per l'arrivo siamo fermi a circa un quarto della strada e stanno trafficando sotto il bus... Ucciderò qualcuno, lo sento.

Sono le nove, saremmo dovuti essere arrivati alle sette e trenta e invece siamo ancora molto lontani. A una sosta sono scese molte persone e ho avuto i cinque sedili al fondo tutti per me; mentre stavo per addormentarmi sono salite più persone di quante ne siano scese. Mi sono opposto al fatto che stessimo in sei in cinque posti dato che la mia gamba sinistra è già completamente addormentata. I miei nuovi tre vicini sono saliti con una cassa di birra piena a metà, puzzano d'alcool e parlano a voce altissima.

Arrivo a destinazione alle 23.30, vengo lasciato nel mezzo del nulla e riesco a farmi dare un passaggio da un ragazzo che vendeva del cibo all'angolo. Arrivato all'hotel dove sono Ricky e Bart chiedo una stanza, ma costerebbe diciotto dollari, arrivo a farmi offrire la stanza a quindici ma è ancora troppo caro. Scrivo allora a Ricky di dirmi in che stanza sono che provo a infilarmi dentro e dormire sul pavimento, ma la guardia di sicurezza mi vede e - appena lascio i bagagli nella loro stanza e scendiamo a bere una birra - ci blocca e mi fa parlare con la receptionist.
Concludiamo che posso dormire a terra per qualche dollaro. Durante la serata usciamo e incontriamo nuova gente, tra cui due ragazze belghe che hanno un letto in più. Finisco a dormire gratis da loro, che però si svegliano prestissimo per visitare la città e poi andarsene.

13 settembre - Qui Nhon

Sveglia, saluto a Rebecca e si parte per un tragitto che inizia costeggiando un mare e una riviera che regala insenature, rocce, spiagge perfette e isole più o meno in lontananza.
Più avanti, il bus in cui sono di nuovo l'unico bianco, vira internamente circondato ancora da campi di riso e realtà contadine che essiccano i loro prodotti sull'autostrada tra il caos a volte folle di camion e motorini.
Prima dell'arrivo si torna a costeggiare spiagge assolutamente deserte e meravigliose, con un mare piatto e accogliente che a mala pena culla le centinaia di barche di pescatori ferme con le loro reti tese. Il Vietnam è talmente bello che impressiona.

Quy Nhon è una cittadina affacciata su un mare enorme e tranquillo. Sono arrivato in città accompagnato dal crepuscolo, ho trovato un postaccio dove stare a poco e non ho ancora visto nessun bianco per strada, neanche uno.
La gente qui non è così abituata ai turisti stranieri, l'inglese dei camerieri zoppica più che in altri posti, ma come al solito la lontananza dal turismo rende la gente più affabile e sorridente nei miei confronti. Tutti tutti tutti sorridono e salutano.

A cena ho mangiato in un ristorante dove ho ordinato a caso dal menù interamente in vietnamita e mi hanno portato una ciotola d'acqua, della carta di riso e un sacco di frutta e verdura. In pratica dovevo farmi io degli involtini, dovevo farmi cena da solo e come volevo. 

giovedì 13 settembre 2012

12 settembre - addii

Giornata in spiaggia con Rebecca, ragazza canadese che gira da 10 mesi e non tornerà a casa mai più e pomeriggio di addii.
La compagine inglese che tanto ha animato le giornate precedenti con storie di vita assurde e gesti ancor più sconsiderati parte per Hoi An, destinazione che raggiungerò tra qualche giorno.

Nel frattempo io ho comprato il mio biglietto per Quy Nhon, località di mare ancora poco battuta dai turisti che pare essere meravigliosa.

Notte tra il 10 e l'11. Sangue ovunque.

La notte tra il 10 e l'11 sono tornato a casa mezzo ubriaco alle tre di notte e sono crollato sul letto.
Qualche ora più tardi è tornato Catty, il ragazzo che ha mangiato i miei peli del petto ed è rovinosamente caduto.
Si è aperto il naso e, non senza difficoltà, si é trascinato in bagno tenendosi ai muri. Il bagno ha costantemente una piccola patina d'acqua a causa della doccia tipicamente asiatica, che getta direttamente sul pavimento. Il risultato è stato un lago di sangue su muri, pavimento, bagno e letti.
Alcune ragazze erano ancora sveglie e hanno cercato di aiutarlo andando a cercare del ghiaccio, ma essendo le cinque di mattina non è stato facile.
Il ragazzo che dorme nella reception del nostro ostello si è da subito mostrato poco collaborativo e ha risposto "il vostro amico è solo ubriaco" alla prima richiesta di aiuto.
Quando le richieste sono state tre, insistenti e - soprattutto - quando ha sentito parlare di ospedale ha deciso di salire le scale e entrare in camera. La scena è stata per lui sconvolgente, tanto che ha iniziato a urlare contro tutto e tutti dicendo che servivano duecento dollari per pulire il tutto. Una ragazza francese gli ha urlato contro di aiutare invece di urlare e lui ha tentato di darle uno schiaffo e tutti hanno iniziato a urlare.


Alla fine la situazione si è calmata e sono usciti in tre per andare all'ospedale, nel quale mi hanno raccontato di una scortesia assoluta nei confronti sia loro che dei pazienti, tanto che si sono messi ad aiutare la gente in difficoltà e sono stati sbattuti fuori. Il risultato della caduta di Catty è stato un naso rotto e tre punti di sutura.

Nel frattempo altri due ragazzi rimasti in ostello hanno pulito il sangue e lavato via ogni traccia.

In tutto questo io ho dormito e non mi sono accorto di nulla.

11 settembre - isole di Nha Trang

Sveglia presto nonostante il mal di testa e parto per un giro in barca che tocca le isole di fronte a Nha Trang.
Che il Vietnam sia in rapida ascesa e pronto per il turismo (quello finto ma che porta soldi), lo si vede dalle piccolezze, come la sicurezza in barca prima di uscire per l'escursione; in nessun'altra parte, neppure in Thailandia, ho ricevuto ordine di mettermi il giubbino di salvataggio per uscire in barca.
La prima fermata é un'isola sulla quale c'è un acquario. Rimaniamo sulla barca soltanto io e pochi altri, loro spinti da non so cosa, io non provo interesse nel visitare le carceri.


Dopo esserci fermati a fare snorkelling in una splendida isola lontana dal mondo abbiamo pranzato sulla barca e poi è iniziato un cabaret con i ragazzi vietnamiti che hanno tirato fuori chitarra, basso e batteria improvvisata e hanno iniziato a invitare gente a cantare canzoni nella propria lingua. Dato che non ne sapevano in italiano sono scampato.

Per finire siamo approdati in un'isola meravigliosa, senza assolutamente nulla e senza nessuno se non la trentina di componenti della barca. Le bandiere che sventolano orgogliose e il verde delle altre isole a fianco sono le uniche cose che rompono il bianco della sabbia e le decine di sfumature di blu, turchese e verde del mare.

Al ritorno, col sole che rabbioso si infilava tra le nuvole ho visto il paesaggio più bello del mondo; quattro strati in prospettiva che sembravano tanto perfetti da essere finti, barche dai colori vivi in un mare di un solo blu, spiaggia bianchissima che cerca inutilmente di abbronzarsi, colline di un luccicante verde chiaro da un lato e un tenebroso scurissimo verde sull'altro e - infine - il cielo dove il sole stupra le nuvole e arriva a battere su tutto quello che trova.

Serata tranquilla perché tutti sono stati svegli tutta notte,

10 settembre - gente strana

Giornata oziando e cercando di trovare un posto dove fare immersioni che sia affidabile.

Serata ancora pazza con un sacco di gente conosciuta in ostello, in particolare con due inglesi e una canadese. Uno dei due inglesi, Catty, è semplicemente meraviglioso e voglio che diventi il mio migliore amico. Senza nessuna ragione ha succhiato l'alluce di un altro ragazzo (e vi raccomando la sporcizia dei piedi in Asia) e poi ha preso dei peli del mio petto e li ha mangiati...


9 settembre - Backpacker hostel

Giornata in spiaggia, visita alla cattedrale cristiana e saluti. Elena parte per Hoi An, località che io raggiungerò tra qualche giorno.

Cambio hotel e vado nel classico ostello da backpackers, che si dimostra, come spesso accade, un covo di inglesi che si sbronza in maniera veramente indecente.
Serata con Rick, un ragazzo che avevo conosciuto a Phnom Penh e che ho incontrato qui per caso. Lui e un altro hanno comprato delle moto a Ho Chi Minh e le rivenderanno ad Hanoi... Potrei cercare di comprare una moto anche io e aggregarmi al gruppo, ma qui le moto usate sono meno facili da trovare e probabilmente più costose.

8 settembre - Nha Trang

Ci svegliamo con la nebbia e partiamo per la località di mare più famosa del Vietnam, Nha Trang.
La discesa verso il mare, così come è stata la salita dall'altro lato della montagna, è un continuo rischio di frontali con alti mezzi, buche, frenate brusche per evitare animali e spettacoli naturali meravigliosi.

Tutta la vallata che porta a Nha Trang è un susseguirsi di cascate più o meno grandi e formazioni rocciose che, causa la mia stanchezza e il fastidioso freddo ai piedi da aria condizionata, sembrano facce che mi fanno strane smorfie.

Arrivati a Nha Trang, essendo l'ultimo giorno con Elena, ci concediamo un hotel veramente bello, con tanto di piscina sul tetto.
Dopo qualche ora in spiaggia affittiamo un altro motorino e partiamo a visitate la città. Prima un complesso di vecchie torri adibite a templi su una piccola collina, tutte in mattoni circondate da fiori e verde, poi una mostra fotografica di un fotografo vietnamita bravissimo che sta facendo molto mostre in giro per il mondo, Italia compresa, e poi alla pagoda più importante della città, dove ci sono un paio di statue di Buddha impressionanti per bellezza e dimensione.

Serata in una Nha Trang più tranquilla e meno festaiola di quanto ci avessero descritto.

sabato 8 settembre 2012

7 settembre - Da Lat, come la mucca

Sveglia presto e si parte verso l'elegante e montuosa cittadina di Da Lat, i verdi sterminati e il cielo terso ci accompagnano verso la stretta strada tutta curve dove, mentre stavamo per investire un cucciolo di cane - che al sud non vengono quasi mai mangiati - una bambina ha deciso di vomitare innaffiandomi le gambe di piccole goccioline...

Da Lat è una splendida cittadina di montagna che non è stata toccata dalla guerra, che ha - almeno qui - lasciato intatte le costruzioni stile francese e l'atmosfera di pace e tranquillità.
Anche nel tipico mercato la gente non ti pressa, non ti assilla e tutto scorre con un certo grado di rilassatezza. Qui crescono prodotti che non ci sono in nessuna altra parte del Vietnam: fragole, vigne, more e tanti altri prodotti molto "europei" e meno esotici.
Dopo aver visitato un giardino strapieno di fiori e di turisti vietnamiti, che avevo raramente visto prima, siamo andati alla casa pazza, una casa in stile surrealista che a me, esperto d'arte, ha subito ricordato Gaudì.
La casa è la creazione di una donna che ha fatto numerose altre opere, alcune distrutte perché troppo poco socialiste, ed è un labirinto di scale e stanze arredate in modo più o meno strano.

Prima di uscire per cena abbiamo bevuto una bottiglia di vino locale, decente, che costa due euro e mezzo a bottiglia!

La sera, causa freddo, mi sono messo le scarpe e ho realizzato che erano due mesi che vivevo in infradito.
La serata é trascorsa in un posto definito - giustamente - dalla lonley planet "la classica bettola". Nel locale, scurissimo con un unica luce decente sul tavolo da biliardo, eravamo soltanto in tre , quattro col simpatico padrone. Per le tre ore che siamo stati li due persone tra Elena, Ofer - ragazzo israeliano appena conosciuto - e me si sfidavano a biliardo mentre l'altra giocava a forza quattro contro il padrone del locale. Esistessero le olimpiadi di forza quattro il padrone del locale le vincerebbe, semplicemente imbattibile. Poi abbiamo deciso di provare un due contro due, io e Ofer contro il padrone e Elena. Esistessero le olimpiadi di biliardo il padrone del locale arriverebbe sul podio, semplicemente imbattibile. 

6 settembre - Mui ne ancora

Giornata intera a Mui Ne. Sveglia e si parte con il nostro scooter. Dopo un giro perdendoci apposta tra le stradine con la gente del posto abbiamo proseguito per le dune di sabbia, che sono dune - appunto - di sabbia - appunto - arancione e che tutte le guide segnalano come divertentissime, ma davvero davvero bollenti. Noi abbiamo lasciato casa e proseguito sulle dune sempre accompagnati da una pioggia battente, quasi calda, quasi piacevole, che è diventata fastidiosa solo la sera.
Sulle dune siamo stati circondati da bambini che ti "affittano" una piccola sorta di scivolo di plastica dura e mi sono fatto alcune scivolate giù dalle dune, alcune vergognosamente lentamente, l'ultima - finalmente - divertente.

Più tardi abbiamo visitato tre torri che si ergono su una collina con una vista carina sulla città a fianco, sul mare e su un coloratissimo cimitero. Il nostro inseparabile scooter ci ha poi guidati verso un piccolo e fervente porticciolo dove arrivano centinaia di chili di neonata, che viene trasportata su alcuni motorini col cassone e usata per produrre la salsa di pesce, grande odore e grande business del luogo.

Serata mangiando in un posto carino in riva al mare, sempre accompagnati  dalla pioggia, e a letto presto. 

5 settembre - Mui ne e il cammino delle fate

Ci svegliamo sulle panchine con la schiena rotta e andiamo a cercare un posto dove stare.
Troviamo un bungalow a poco sulla spiaggia, nel quale riprendo mezz'ora di sonno. Bagno nell'oceano, relax in spiaggia e poi affittiamo uno scooter e andiamo a vedere cosa offre la città. Appena partiamo in motorino inizia una pioggia intensa e battente che però non ferma la nostra corsa verso la sorgente delle fate.

La sorgente delle fate é una sorgente molto vicino al mare, con un piccolo fiume di poco più di un chilometro che sfocia nell'oceano. Il paesaggio attorno al fiume è assolutamente mozzafiato; ci sono formazioni di sabbia rossa, arancione e nera che si accavallano a calcare bianco grigiastro, dando al fiume delle sfumature di colore strane e al paesaggio un continuo tener la bocca aperta dallo stupore. Nel mezzo c'è anche un enorme duna di sabbia arancione solitamente rovente, ma che si può fare a piedi grazie alla pioggia appena scesa.

L'unico neo, al solito, è la spazzatura gettata qua e là da queste popolazioni meravigliose, che verranno probabilmente sepolte dai loro stessi scarti. 

4 settembre - dormo sulle panchine

Sveglia naturale, dopo aver dormito quasi dodici ore...
Colazione e si parte per Mui ne. Ci portano in motocicletta al molo, attraversiamo il piccolo braccio di Mekong, facciamo i nostri dieci minuti a piedi per raggiungere la stazione dei bus e, appena stiamo per  salire sul bus Elena si ricorda che non ci hanno restituito i passaporti.

Faccio allora dieci minuti a piedi, barca, altre centinaia di metri a piedi per raggiungere la nostra guesthouse, tutto il percorso inverso, facendo l'ultimo tratto correndo per riuscire a prendere e partiamo, finalmente.
Mentre aspettavo il traghetto un gruppo di donne ha iniziato a ridere indicandomi e venendo, a turno, a toccarmi le braccia e provare ad abbracciarmi. Credo mi abbiamo chiesto, in vietnamita, di sposarmi con una del gruppo con dei baffi invidiabili, che continuava ad avvicinarsi a me fino a pochi centimetri, sorridere e tornare indietro dal gruppo di amiche assolutamente entusiaste dell'accaduo.
Sulla barca, una giovane ragazza, molto carina, ha tolto tutti i dubbi traducendo, in un ottimo inglese, che la donna coi baffi voleva essere la mia fidanzata. Da quel momento, per tutti i cinque/dieci minuti di traghetto, sono stato soggetto delle foto di decine di vietnamiti, in compagnia di donne di ogni età e bellezza.
E' meraviglioso quanto io, con la mia pelata e i miei occhi chiari, sia un'attrazione in tutti i luoghi dove non sono abituati ad avere a che fare con  gli occidentali.

Dopo infinite ore di autobus arriviamo verso mezzanotte in un paese a circa sei chilometri dalla nostra destinazione. L'autista del bus scarica i nostri zaini nel bel mezzo della strada e ci dice siamo vicini a Mui Ne; google map ci salva ancora, mostrandoci la distanza dalla destinazione e nel frattempo arrivano due in motorino che vogliono portarci in paese. Dopo varie discussioni in cui pretendiamo di essere portati in centro Mui Ne l'autista ci dice - in un inglese abbozzato - che il viaggio in moto é gratis e uno degli autisti delle due motociclette ripete "free, free".
Saliamo sulle moto e dopo una decina di minuti tra paesaggi splendidi intravisti nel buio della notte arriviamo a destinazione. Gli autisti delle moto vogliono però essere pagati e chiamano a tradurre una commessa di un supermercato. Noi ci rifiutiamo categoricamente di pagare e, dopo attimi di attesa in cui ci ripetono "money, money" se ne vanno  un po' sconsolati e un po' ridendo. 


Essendo ormai l'una di notte decidiamo di accamparci su due panchine, risparmiare i soldi della notte e cercare un posto dove state con le prime luci dell'alba. Trascorriamo la notte giocando a carte e chiacchierando, sfruttando il market aperto 24 ore vicino noi per il bagno e qualche cosa da sgranocchiare. La luna grande e meravigliosa riesce a farsi largo tra le nuvole e sbucare proprio dietro la foglia di una palma, mentre le stelle restano dietro le nuvole che speriamo non decidano di scaricarci qualche monsone addosso.
Mi addormento verso le 4.30 e alle 5.30 son già sveglio, un'alba troppo nuvolosa e il crescente traffico del mattino mi sveglia. 

3 settembre - Mekong delta

Sveglia presto, anzi prestissimo, alle 5.30 si parte per un giro di circa sette ore in barca per il delta del Mekong, visitando mercati galleggianti in cui si vende di tutto. Le barche, per segnalare la merce in vendita da loro, attaccano uno o più frutti sulla punta più alta dell'albero, in modo che sia facile capire dove trovare cosa.
Dopo aver girato tra i verdi asiatici sui quali cerco di non dilungarmi più, abbiamo fatto un giro a piedi in un piccolo sentiero fangoso a bordo fiume incontrando praticamente qualsiasi tipo di frutto che questa parte di mondo propone, pepe, campi di riso, bambini con i piedi infangati e piccole costruzioni.

Siamo tornati all'hotel tramite piccoli canali che ci siamo un po' persi per colpa del sonno che ci ha colto e più tardi siamo partiti -  con un bus locale in cui eravamo gli unici bianchi - alla volta di Vinh Long.

Appena arrivati siamo subito andati a prendere un piccolo traghetto che ci ha portato in un isola sul Mekong dove speravamo di doppiare la mia esperienza cambogiana, dormendo in una guesthouse gestita da locali.
La guesthouse si é rivelata essere niente più (o meno, a seconda dei punti di vista) di un hotel creato nella casa di alcuni del posto, comunque infinitamente cordiali e piacevoli. Abbiamo infine preso una bicicletta e abbiamo girato l'isola perdendoci spesso e tornando a casa veramente stanchi.
L'isola non ha macchine e la strettissima strada è percorsa soltanto da motorini e biciclette e, nonostante regni un economia di tipo agricolo, ogni tanto si vedono delle ville che stonano col paesaggio rurale e bucolico del posto...

Dopo una cena tanto sostanziosa da essere indigesta vado a letto prestissimo, sfinito dai trasferimenti e le sveglie presto degli ultimi giorni. 

2 settembre - gli asiatici mi molestano

Dopo una sveglia presto e con poco sonno alle spalle partiamo per il delta del Mekong.

Arrivati a Can Tho giriamo un po' la città tra la semplicità della gente del posto.
Il pomeriggio andiamo a farci fare un massaggio da alcune persone cieche, che sopravvivono in questo modo.

Entro in una piccola stanza dove ci sono tre letti divisi da delle tende che però non sono state tirate e, su un letto, c'è un uomo che si sta facendo massaggiare completamente nudo.

Inizio il mio massaggio e dopo pochi secondi il mio vicino finisce. Pochi attimi, mentre il mio massaggiatore cieco si stava concentrando sul mio viso e sulla testa e mi sento una mano afferrarmi proprio li; mi desto e per un attimo non capisco se questa persona alla quale ho dato una spinta sia un massaggiatore cieco che ha sbagliata o una sorta di tentano stupro. Questo mi guarda e prova a tirare su l'elastico dei miei boxer per infilare la mano. Ribadisco il concetto di smetterla spingendo via le sue braccia e finalmente se ne va.

Dopo alcuni secondi, mi tranquillizzo, chiudo nuovamente gli occhi e mi godo il massaggio; passano pochi secondi e un'altra mano mi si appoggia sul petto, apro gli occhi e un sorridente ragazzo allunga la mano verso i miei boxer, gli sferro un pugno ad altezza gomito che lo induce ad andarsene.

Finalmente il massaggio prosegue senza altre interruzioni...

Sti asiatici che mi molestano mi hanno un po' rotto le palle. 

1 settembre - ruota forata

Affittiamo uno scooter e facciamo i settanta chilometri di traffico e smog per arrivare ai tunnel costruiti dai vietcong.
Già il viaggio in se, in questo traffico pazzo e assurdo nella completa assenza assenza di regole é un avventura rischiosa e emozionante. Vi invito a guardare qualche video su youtube del traffico di Ho Chi Minh e vedrete...

Oltre a esserci persi (ma neanche troppo) a un certo punto ho sentito lo scooter reagire in modo strano e la ruota davanti era a terra. Con qualche difficoltà, dato che eravamo nel mezzo del nulla, siamo riusciti a farci spiegare - in vietnamita - dove trovare aiuto. Una sorta di meccanico ci ha gonfiato la ruota ma dopo pochi metri la gomma era di nuovo sgonfia; tra gesti e monosillabi in vietnamita siamo riusciti a farci spiegare dove fosse un meccanico che con destrezza ci ha riparato la camera d'aria e, pagandolo un dollaro circa, siamo partiti.

Arrivati a Cu Chi siamo andati alle gallerie, simbolo della tenacia dei vietnamiti.  Praticamente questi vivevano sottoterra per mesi e mesi e, scavando a mano, hanno costruito una serie di gallerie sotterranee in cui facevano di tutto e sopravvivevano agli attacchi americani.
Gli americani per un periodo hanno avuto anche una base sopra questi tunnel e non riuscivano a spiegarsi come i loro soldati morissero nella notte senza mai avvistare nessuno che entrasse...

Entrare e strisciare in questi tunnel strettissimi ti da l'idea di cosa possa aver voluto dire essere li sotto per mesi e mesi, colpiti dai bombardamenti, dagli esfolianti, dal napalm e dalle missioni a terra americane...

Questa città è davvero difficile da spiegare e raccontare... Vedi questi posti visto e rivisti, raccontati e riraccontati da film ecc e ti sembra a un tratto tutto vero...

Fate che venirci che io in sti giorni non sono ispirato.

Alla sera abbiamo guidato in motorino fino a un ristorante prendendoci un bel monsone sulla testa... Guidare in moto a Ho Chi Minh mentre piove dovrebbero inserirlo tra gli sport estremi...

Serata prima in un bowling, poi in un locale abbiamo conosciuto tre italiani, due che vivono qui e un turista. Il primo mi ha pagato il taxi, il secondo - grazie alla sua tessera vip - l'ingresso nel locale e la prima consumazione, il terzo un'altra consumazione... Guarda che alla fine sti italiani son poi mica tanto male... 

sabato 1 settembre 2012

31 agosto - HCM è splendida

Giornata visitando le principali attrazioni di Saigon.
Dopo un giro al mercato e al palazzo della liberazione siamo andati a vedere il museo dei residuati bellici, non a caso chiamato in passato "museo dei crimini di guerra". Le immagini di questa guerra ti fanno pensare a cosa possa succedere nelle guerre dove la comunicazione non era così evoluta e non ci sono tracce fotografiche o video di quello che è successo... Il museo è un continuo avere il groppo in gola, allontanare lo sguardo, emozionarsi.

Poi abbiamo camminato per chilometri e chilometri, visitando questa città meravigliosa... Tra pagode, costruzioni in stile francese, grattacieli moderni, palazzi ecc.

Serata mangiando street food da una donna splendida e dolcissima... 

30 agosto - Dio mi proteggono

Saigon è caotica, vieni velocemente oppresso dall'atroce mix caldo-umido, dai clacson e dalle mille richieste di motociclette, marjiuana, souvenir, ventagli e altro dei troppi venditori, ma nonostante questo primo impatto è meraviglioso.
Ci sono probabilmente più motociclette qui che in tutto il nord Italia, è un fiume umano di clacson, sembra un gran premio nella vita reale.
Passeggiando per la città si vedono gli expat, confermando l'avanzata economica da me lungimirantemente descritta nella mia tesi di laurea anni fa, che prima avevo visto solo in Thailandia; la differenza è che qui sono in pantaloni e camicia (i più coraggiosi hanno anche la cravatta), in Thailandia erano in costume e facevano i maestri di sub.

Giornata visitando pagode, moschee e altri templi, praticamente, considerando che mia madre starà sicuramente pregano per me in qualche chiesa cattolica, sono protetto da un sacco di dei...

Serata con Elena e alcuni suoi amici italiani per le strade do HCMC. 

29 agosto - da qui a Saigon

Sveglia alle 6.00 e visita ad alcune attrazioni sul Mekong. La prima visita è una fish farm, dove centinaia di migliaia di pesci vivono ammassati sotto una struttura galleggiante, che è anche la casa dei lavoratori.
In poche parole è come se prendessimo una decina di adulti e li chiudessimo in una stanza un metro per un metro. La nostra guida ha tirato una manciata di cibo in una piccola apertura delle vasche e centinaia di pesci si sono ammassati in superficie,  con le bocche spalancate in un famelico urlo silenzioso. Sono troppo empatico con gli animali, vedere queste situazioni mi punge lo stomaco di disgusto.
Come mi disse il buon Mitrano dopo poche ore che ci conoscevamo: "dovresti essere un po' meno etico con gli animali e un po' più con le donne".

Infine eterno viaggio verso Ho Chi Minh, con una pausa "pranzo" di dieci minuti alle tre di pomeriggio.
Trovato l'ostello più squallido di tutto il Vietnam, giro un po' per la vecchia Saigon godendo della cucina vietnamita. 

28 agosto - Vietnam

Partenza presto per andare a prendere una barca che mi porterà sul delta del Megonk, in Vietnam. Nottata sul delta, nel quale tornerò con Elena, e via a Ho Chi Minh.

Dopo un paio d'ore di bus e le pratiche alla frontiera siamo partiti in barca per Chau Doc, dove pernotterò. Sono arrivato nel mio amato Vietnam, luogo che ho sognato per anni e che ora ho la possibilità di vivere e visitare...

Il Mekong vicino alla foce è così marrone che se non fosse per il riflesso dell'acqua potrebbe essere un enorme strada di terra scura. Il paesaggio ai miei lati è a dire il vero simile a quello trovato spostandomi da Siem Reap a Battambang, case galleggianti, barche che pescano, mucche al pascolo, bambini sorridenti che salutano, barche che trasportano di tutto - come quella appena passata, stracarica di anatre. La differenza la fanno forse le barche, che sembrano molto più stabili e solide, la gente sembra più indaffarata e le grandi dighe che aprono - verosimilmente - i canali di irrigazione, del tutto assenti in Cambogia.

Ho fatto un giro per questa cittadina che presenta poche perle e poi sono andato a mangiare in un posto consigliato dalla lonley planet, leggermente fuori mano. Solitamente i ristoranti consigliati sono dei posti fighetti di soli turisti con piatti e prezzi occidentali e, quindi, finisco per arrivarci davanti e andare altrove. Questa volta il posto sembra interessante, basico, con tavoli in metallo stile macello e sedie rosse a cui manca solo il marchio coca cola.
Provo una nuova birra, la Saigon, e scelgo a caso uno dei tanti piatti di questa nuova cucina. 

27 agosto - vinco le olimpiadi

Oggi c'è un po' di malinconoia, come direbbe Masini...
Phnom Penh l'ho già visitata e di conoscere gente non ne ho voglia, mi sto chiedendo il motivo e ho concluso che in realtà non è uno solo. Il principale è che oggi sono davvero stufo di dire chi sono, da dove vengo, come mi chiamo, dove sono stato, per quanto tempo viaggio in totale, qual è stato il mio posto preferito, che lavoro facevo prima, cosa farò quando torno, quanti anni ho, qual è la mia prossima destinazione ecc. Sto prendendo in considerazione di stampare alcune copie di un foglio riassuntivo con le mie generalità, darlo alle mie nuove conoscenze e dire "se ti piaccio torna che facciam quattro parole".

Avrei voglia di parlare di qualcosa di estremamente superficiale con qualcuno che conosco da tempo.

Magari ora mi attivo e vado a sparare. Qui a PP c'è un poligono di tiro dove puoi andare e sparare più o meno con tutto quello che vuoi a tutto quello che vuoi. Per 300$ puoi far saltare in aria una mucca con un bazooka! Io sono indeciso tra la classica pistola e l'AK47. La pistola mi esalta molto molto di più, ma il Kalashnikov è illegale praticamente ovunque e, si sa, l'illegalità attira...

Alla fine ho sparato con l'AK47, dopo un paio di colpi per prenderci la mano ho centrato lo stronzo al petto e in testa e poi ho fatto saltare in aria una noce di cocco. Mentre andavo al poligono ho creato una bellissima storia mentale su di me che vincevo le olimpiadi tra quattro anni, ovviamente sparando... Facevo una conferenza stampa divertentissima, ci provavo con delle giornaliste straniere, parlavo del più e del meno, di quali sport dovrebbero togliere dalle olimpiadi, avrei detto che Bolt può correre quanto vuole, ma se mi danno una pistola vedi che non corre più e tutti parlavano dell'incredibile storia di questo ragazzo che non aveva mai preso in mano un'arma fino a quattro anni prima ecc... E io finivo la conferma stampa dicendo "però com'è diverte, dovremmo farlo più spesso".