sabato 8 settembre 2012

7 settembre - Da Lat, come la mucca

Sveglia presto e si parte verso l'elegante e montuosa cittadina di Da Lat, i verdi sterminati e il cielo terso ci accompagnano verso la stretta strada tutta curve dove, mentre stavamo per investire un cucciolo di cane - che al sud non vengono quasi mai mangiati - una bambina ha deciso di vomitare innaffiandomi le gambe di piccole goccioline...

Da Lat è una splendida cittadina di montagna che non è stata toccata dalla guerra, che ha - almeno qui - lasciato intatte le costruzioni stile francese e l'atmosfera di pace e tranquillità.
Anche nel tipico mercato la gente non ti pressa, non ti assilla e tutto scorre con un certo grado di rilassatezza. Qui crescono prodotti che non ci sono in nessuna altra parte del Vietnam: fragole, vigne, more e tanti altri prodotti molto "europei" e meno esotici.
Dopo aver visitato un giardino strapieno di fiori e di turisti vietnamiti, che avevo raramente visto prima, siamo andati alla casa pazza, una casa in stile surrealista che a me, esperto d'arte, ha subito ricordato Gaudì.
La casa è la creazione di una donna che ha fatto numerose altre opere, alcune distrutte perché troppo poco socialiste, ed è un labirinto di scale e stanze arredate in modo più o meno strano.

Prima di uscire per cena abbiamo bevuto una bottiglia di vino locale, decente, che costa due euro e mezzo a bottiglia!

La sera, causa freddo, mi sono messo le scarpe e ho realizzato che erano due mesi che vivevo in infradito.
La serata é trascorsa in un posto definito - giustamente - dalla lonley planet "la classica bettola". Nel locale, scurissimo con un unica luce decente sul tavolo da biliardo, eravamo soltanto in tre , quattro col simpatico padrone. Per le tre ore che siamo stati li due persone tra Elena, Ofer - ragazzo israeliano appena conosciuto - e me si sfidavano a biliardo mentre l'altra giocava a forza quattro contro il padrone del locale. Esistessero le olimpiadi di forza quattro il padrone del locale le vincerebbe, semplicemente imbattibile. Poi abbiamo deciso di provare un due contro due, io e Ofer contro il padrone e Elena. Esistessero le olimpiadi di biliardo il padrone del locale arriverebbe sul podio, semplicemente imbattibile. 

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