martedì 18 settembre 2012

13 settembre - Qui Nhon

Sveglia, saluto a Rebecca e si parte per un tragitto che inizia costeggiando un mare e una riviera che regala insenature, rocce, spiagge perfette e isole più o meno in lontananza.
Più avanti, il bus in cui sono di nuovo l'unico bianco, vira internamente circondato ancora da campi di riso e realtà contadine che essiccano i loro prodotti sull'autostrada tra il caos a volte folle di camion e motorini.
Prima dell'arrivo si torna a costeggiare spiagge assolutamente deserte e meravigliose, con un mare piatto e accogliente che a mala pena culla le centinaia di barche di pescatori ferme con le loro reti tese. Il Vietnam è talmente bello che impressiona.

Quy Nhon è una cittadina affacciata su un mare enorme e tranquillo. Sono arrivato in città accompagnato dal crepuscolo, ho trovato un postaccio dove stare a poco e non ho ancora visto nessun bianco per strada, neanche uno.
La gente qui non è così abituata ai turisti stranieri, l'inglese dei camerieri zoppica più che in altri posti, ma come al solito la lontananza dal turismo rende la gente più affabile e sorridente nei miei confronti. Tutti tutti tutti sorridono e salutano.

A cena ho mangiato in un ristorante dove ho ordinato a caso dal menù interamente in vietnamita e mi hanno portato una ciotola d'acqua, della carta di riso e un sacco di frutta e verdura. In pratica dovevo farmi io degli involtini, dovevo farmi cena da solo e come volevo. 

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