martedì 18 settembre 2012

14 settembre - Uccido qualcuno

Mattinata girando Quy Nhon, cittadina bella, con un mare e una spiaggia infinita, ma con nessun non-vietnamita.
Ho dunque deciso di prendere subito un bus bel pomeriggio e andare ad Hoi An dove dovrei raggiungere Ricky (quello che avevo conosciuto a Phnom Phen) e Bart (questo il nome del belga), i due che stanno girando in moto e, finalmente, comprare la moto e proseguire on the road per davvero.

Sul bus sono di nuovo il solo bianco e lo spazio per le gambe in questo bus strapieno non è sufficiente neppure per loro. Saranno cinque ore molto lunghe.
Il bus di ferma in continuazione, google map mi dice che siamo tantissimo in ritardo sulla marcia prevista, le gambe mi fanno male, ho voglia di dare un pugno al finestrino e distruggerlo, le buche continue e lo scrivere a una mano sola mi innervosiscono come nient'altro, un bellissimo bambino sta dormendo con la testa sul mio braccio che - quindi - non posso muovere e lo odio e mi fa sudare. La schiena è a pezzi e l'aria condizionata getta in continuazione un soffio troppo freddo sulla mia testa troppo vicina al soffitto. Lo zaino in braccio è pesante, non posso spostare le gambe e il tizio davanti a me ha il sedile abbassato, vorrei aprirgli la testa all'attaccatura dei capelli con un pugno e scaraventarlo fuori. Siamo in ritardo, niente birra con gli altri. Il bambino si allunga e mi punta la testa sulle costole, allora riempio i polmoni per respingerlo. Siamo in ritardo, è buio, piove.

All'orario previsto per l'arrivo siamo fermi a circa un quarto della strada e stanno trafficando sotto il bus... Ucciderò qualcuno, lo sento.

Sono le nove, saremmo dovuti essere arrivati alle sette e trenta e invece siamo ancora molto lontani. A una sosta sono scese molte persone e ho avuto i cinque sedili al fondo tutti per me; mentre stavo per addormentarmi sono salite più persone di quante ne siano scese. Mi sono opposto al fatto che stessimo in sei in cinque posti dato che la mia gamba sinistra è già completamente addormentata. I miei nuovi tre vicini sono saliti con una cassa di birra piena a metà, puzzano d'alcool e parlano a voce altissima.

Arrivo a destinazione alle 23.30, vengo lasciato nel mezzo del nulla e riesco a farmi dare un passaggio da un ragazzo che vendeva del cibo all'angolo. Arrivato all'hotel dove sono Ricky e Bart chiedo una stanza, ma costerebbe diciotto dollari, arrivo a farmi offrire la stanza a quindici ma è ancora troppo caro. Scrivo allora a Ricky di dirmi in che stanza sono che provo a infilarmi dentro e dormire sul pavimento, ma la guardia di sicurezza mi vede e - appena lascio i bagagli nella loro stanza e scendiamo a bere una birra - ci blocca e mi fa parlare con la receptionist.
Concludiamo che posso dormire a terra per qualche dollaro. Durante la serata usciamo e incontriamo nuova gente, tra cui due ragazze belghe che hanno un letto in più. Finisco a dormire gratis da loro, che però si svegliano prestissimo per visitare la città e poi andarsene.

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