sabato 8 settembre 2012

4 settembre - dormo sulle panchine

Sveglia naturale, dopo aver dormito quasi dodici ore...
Colazione e si parte per Mui ne. Ci portano in motocicletta al molo, attraversiamo il piccolo braccio di Mekong, facciamo i nostri dieci minuti a piedi per raggiungere la stazione dei bus e, appena stiamo per  salire sul bus Elena si ricorda che non ci hanno restituito i passaporti.

Faccio allora dieci minuti a piedi, barca, altre centinaia di metri a piedi per raggiungere la nostra guesthouse, tutto il percorso inverso, facendo l'ultimo tratto correndo per riuscire a prendere e partiamo, finalmente.
Mentre aspettavo il traghetto un gruppo di donne ha iniziato a ridere indicandomi e venendo, a turno, a toccarmi le braccia e provare ad abbracciarmi. Credo mi abbiamo chiesto, in vietnamita, di sposarmi con una del gruppo con dei baffi invidiabili, che continuava ad avvicinarsi a me fino a pochi centimetri, sorridere e tornare indietro dal gruppo di amiche assolutamente entusiaste dell'accaduo.
Sulla barca, una giovane ragazza, molto carina, ha tolto tutti i dubbi traducendo, in un ottimo inglese, che la donna coi baffi voleva essere la mia fidanzata. Da quel momento, per tutti i cinque/dieci minuti di traghetto, sono stato soggetto delle foto di decine di vietnamiti, in compagnia di donne di ogni età e bellezza.
E' meraviglioso quanto io, con la mia pelata e i miei occhi chiari, sia un'attrazione in tutti i luoghi dove non sono abituati ad avere a che fare con  gli occidentali.

Dopo infinite ore di autobus arriviamo verso mezzanotte in un paese a circa sei chilometri dalla nostra destinazione. L'autista del bus scarica i nostri zaini nel bel mezzo della strada e ci dice siamo vicini a Mui Ne; google map ci salva ancora, mostrandoci la distanza dalla destinazione e nel frattempo arrivano due in motorino che vogliono portarci in paese. Dopo varie discussioni in cui pretendiamo di essere portati in centro Mui Ne l'autista ci dice - in un inglese abbozzato - che il viaggio in moto é gratis e uno degli autisti delle due motociclette ripete "free, free".
Saliamo sulle moto e dopo una decina di minuti tra paesaggi splendidi intravisti nel buio della notte arriviamo a destinazione. Gli autisti delle moto vogliono però essere pagati e chiamano a tradurre una commessa di un supermercato. Noi ci rifiutiamo categoricamente di pagare e, dopo attimi di attesa in cui ci ripetono "money, money" se ne vanno  un po' sconsolati e un po' ridendo. 


Essendo ormai l'una di notte decidiamo di accamparci su due panchine, risparmiare i soldi della notte e cercare un posto dove state con le prime luci dell'alba. Trascorriamo la notte giocando a carte e chiacchierando, sfruttando il market aperto 24 ore vicino noi per il bagno e qualche cosa da sgranocchiare. La luna grande e meravigliosa riesce a farsi largo tra le nuvole e sbucare proprio dietro la foglia di una palma, mentre le stelle restano dietro le nuvole che speriamo non decidano di scaricarci qualche monsone addosso.
Mi addormento verso le 4.30 e alle 5.30 son già sveglio, un'alba troppo nuvolosa e il crescente traffico del mattino mi sveglia. 

1 commento:

  1. a me invece han chiesto che malattia avessi avuto per avere gli occhi così ...

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