mercoledì 31 ottobre 2012

30 e 31 ottobre - viaggio infinito

Partenza alle ore 11.00 per Pakse, dopo un pezzo in barca e qualche ora in un bus locale facendo discorso profondi con Viviana arriviamo a Pakse verso le 15.00. 
Proseguo solo per il confine thailandese, in un piccolo mini van che dura circa un'ora. Al confine sbrigo le pratiche in mezz'ora circa e riparto in un altro mini van, questa volta guidato sulla sinistra, nel primissimo pezzo di Thailandia.
 
Arrivo a Ubon alla stazione dei treni che sono le 17.45 e chiedo un treno per il nord. Impossibile. L'unica soluzione è prendere un treno che vada a Bangkok e da li prenderne un altro per il nord. 
Parto alle 18.30 con un treno che dovrebbe arrivare a Bangkok alle 5:50.

Arrivo puntualissimo a Bangkok, stupito dalla comodità dei treni thailandesi, dove sono riuscito a dormire benissimo. 

Camminando per la stazione mi sembra di prendere per mano Terzani e riportarlo in vita con le sue stesse descrizioni. 

Per un paio d'ore osservo assonnato il brulicare crescente di quello che in questo momento mi sembra il centro del mondo e riparto alle 8.30, puntualissimo, per altre dodici ore di treno.

Ammiro paesaggi, leggo e scrivo, non apro bocca se non per ordinare cibo e dire "grazie" dalle 15.00 di ieri, guardo in faccia il sole che sta per tramontare, ripercorro mentalmente tutti i posti in cui sono stato in questi primi quasi cinque mesi e conto con le dita e dicendo a voce alta i nomi delle persone che ricordo e reputo importanti. 

Il sole cala presto e mi ritrovo a dover fare ancora almeno due ore e mezzo di treno senza poter fissare il finestrino. 

Arrivo a Chiang Mai con ritardo, che ormai sono le 22.30, prendo un tuk tuk, cerco posto in un ostello che però è pieno, cammino un po' per la città e mi accontento di un posto squallido ma che mi dia un letto vero. 

29 ottobre - Kayak

Con un bel gruppo di persone tra cui spiccano Viviana, ragazza cino-brasiliana che mi ha convinto a venire al sud, due tedesche, un olandese e un irlandese simpaticissimi e una coppia di inglesi partiamo per la nostra giornata in kayak.

Primo tratto di circa un'ora, tra scenari incantevoli e correnti abbastanza forti. Sia io e Viviana che Tommy e Joe ci ribaltiamo per colpa dei rami degli alberi sommersi dalle piogge, che escono di non molto, creano correnti strane e facilitano il nostro tuffo nel Mekong. 

Dopo circa un'ora ci fermiamo ad ammirare una cascata non troppo impressionante, sotto un caldo atroce, un sole bollente che ustiona praticamente tutti i partecipanti. Ripresi i kayak andiamo nella zona in cui il Mekong é più grande, ci fermiamo aggrappati a delle rocce per vedere i delfini d'acqua dolce e poi attraversiamo il fiume, entrando illegalmente in Cambogia per pranzare.

Anche se ormai sfiniti riprendiamo a pagaiare per un'altra ora e arriviamo alla cascata più grande di tutto il sud est asiatico. Uno spettacolo bello, ma non impressionante quanto credessi. Il vero problema di viaggiare tanto e consecutivamente è che ci si abitua al bello e al far festa e diventa difficile che qualcosa sia davvero sorprendente. 

Dopo un'altra mezz'ora di remi, mentre il sole ci offre un bel tramonto e uccelli volano in fondazioni a V torniamo sfiniti ai nostri bungalow e le nostre amache. 

Nel frattempo é arrivato Ricky sull'isola. Stasera sarà l'ultima serata insieme prima che lui proceda per il sud e io per il nord della Thailandia. 

28 ottobre - tubing again

Sveglia abbastanza tardi, colazione e poi in quattordici a fare tubing sulle sporchissime acque del Mekong. 

Usciti dal marrone del fiume ci siamo tutti affrettati a farci una doccia fingendo di dimenticarci che anche le docce prendono l'acqua dal fiume. 


Tramonto romantico sul fiume e alle 21.00 siamo già tutti a letto. 

27 ottobre - passeggiando in bicicletta

Dopo un viaggio infinito - cinque ore in un minibus, due di attesa, una in un tuk tuk, una di attesa, dieci di bus, una di attesa, tre di minibus e mezzora di barca - costeggiando paesaggi magnifici, arrivo alle quattromila isole e mi incontro con alcune persone conosciute tra Luang Prabang e Vang Vien. 

Appena arrivato non faccio in tempo a farmi una doccia che partiamo per le cascate. In quest'isola, chiamata Don Det, c'è soltanto una piccola strada sterrata che gira intorno all'isola , una che taglia l'isola a metà e nulla più. Andiamo in bicicletta tra gli infiniti campi di riso tra i sorrisi dei contadini e arriviamo a delle cascate sul Mekong molto carine, un po' di relax in spiaggia e una gran serata con un bel gruppo di persone da tutto il mondo. 

26 ottobre - verso 4000 islands

Parto verso mezzogiorno per "4000 islands", nel sud del Laos. 
Un fuori programma che mi farà fare ventiquattro ore di bus per andare al sud e credo il doppio per tornare nel nord della Thailandia. Tutti i viaggiatori che ho incontrato hanno detto che queste isole sul Mekong sono la parte più bella del Laos e, avendomi il Laos già sorpreso, non posso perdermele; inoltre raggiungo un bel gruppo di persone.

Arriverò a destinazione domani verso l'ora di pranzo. 

25 ottobre - Blue Lagoon

Mi sveglio e attendo Ricky e Matt per un paio d'ore, poi decido di andare alla Blue Lagoon da solo, in moto. 

Sulla strada sterrata e polverosa che porta alla laguna vedo un tuk tuk fermo con la ruota atterra. Sul  tuk tuk ci sono Alex, Alicia  e altri ragazzi (due italiani di Bolzano e due ragazze inglesi) con i quali abbiamo fatto serata sia a Luang Prabang che qui. L'autista prende la mia moto per andare a prendere una ruota di scorta e ripartiamo insieme.
Blue Lagoon è un pezzo di fiume largo circa cinque metri con le sponde di roccia. L'acqua turchese diventa profondissima nel centro e un albero a fianco sembra cresciuto apposta per arrampicarcisi e tuffarsi. 


L'albero è circondato di corde dalle quali ci si tuffa in acqua e, il punto più alto dell'albero dal quale si può saltare è circa sei metri. 


Più in là si scala un pezzo di montagna e si entra in una grotta meravigliosa e infinita dove cammino, mi infilo tra piccoli buchi tra le rocce con la mia torcia sulla testa e arrivo a vedere il fondo dopo quasi quindici minuti! 


Tornato vicino al fiume mi metto a giocare a calcio tennis con una pallina di bambù e poi relax e tuffi. 


Blue Lagoon credo sia uno dei posti più belli che io abbia mai visto.

giovedì 25 ottobre 2012

24 ottobre - Tubing


Compriamo un po' di alcool per festeggiare il mio "metà percorso" e andiamo a fare tubing.

La vista è spettacolare e la compagnia, con rappresentanti da tutti i continenti, magnifica.
Scendiamo lentamente trascinati dalla corrente e a ogni metro ci chiediamo come la gente possa essere così fatta e così idiota da morire qui.

Serata con un sacco di persone conosciute a Luang Prabang. È fantastico come tutte le facce in città sembrino ormai note.

23 ottobre - Vang Vien


Partiamo dopo poche ore di sonno per Vang Vien, patria del tubing.

Parentesi sul Tubing:
Il tubing è salire su una camera ad aria gonfia e lasciarsi trasportare dalla corrente a valle.
Oltre al tubing, ci si può lanciare con una corda in mezzo al fiume e lasciarsi andare.

In questo luogo sono purtroppo morti tantissimi giovani, tutti per lo stesso motivo: droga o alcool.
Tantissimi vanno a fare tubing completamente sfatti e non riescono a controllare il gommone, o si attardano e, quando cala il buio non riescono a tornare, altri si lanciano dalla corda centrando le rocce invece dell'acqua o, una volta in acqua, sono talmente andati da non riuscire ad avere la forza di nuotare e affogano. Considerando che l'acqua non supera mai l'altezza delle spalle...

La causa principale sono comunque i bar: tutto il fiume è costeggiato di piccoli bar più o meno improvvisati che offrono drink gratis, provocando la rischiosa ubriachezza. Molti sono caduti sulle rocce cercando di tornare sul gommone una volta lasciato il bar.

In questo momento praticamente tutti i bar sono chiusi da circa un mese a questa parte dato che - dicono i rumors - è venuto a mancare, facendo tubing, il figlio di un importante politico australiano che, interessatosi alla cosa, ha coinvolto il governo laotiano e chiuso i bar.

Si può ancora fare tubing, ma si è "costretti" a farlo da sobri o farlo portandosi l'alcool con se.


La strada per Vang Vien è un susseguirsi infinito di buche e viste meravigliose delle rigogliosissime montagne laotiane (come mi piace la parola laotiano), così vicine e così diverse da quelle vietnamite.

22 ottobre - in bici per Luang Prabang


In giro in bici per Luang Prabang. Sotto un caldo allucinante e un cielo terso e limpido giriamo in bici per LP, con il sempre marrone Mekong che mi ri-accoglie, dopo quasi due mesi in cui non ci vedevamo, con delle spettacolari sponde scavate dall'acqua e dall'uomo e delle strade costeggiate da basse casette in stile francese.

Luang Prabang è un misto quasi perfetto tra il meglio dell'Asia e il meglio dell'Europa, e al tramonto, salendo sulla collina che domina la città, ti accorgi di quanto questo matrimonio tra i tetti bassi in terracotta e le palme costeggianti il Mekong sia assolutamente perfetto.

21 ottobre - cascate


Appena svegli ci uniamo a due ragazzi olandesi e Matt, un australiano, e andiamo alle cascate poco fuori Luang Prabang.

La vista dalla strada é splendida, la natura e le montagne verdissime e molto meno rocciose che in Vietnam; arriviamo alle cascate e iniziamo a salire per raggiungere il punto piu' alto.

L'acqua cade copiosa e da abbastanza in alto, ma lo spettacolo è dato dal contorno, le cascate diventano piccoli torrenti che si separano e danno vita ad altre cascate, il tutto circondato dalla fitta natura tra la quale il sole fa filtrare i suoi raggi.

A valle vi è una grande risacca dove qualcuno ha legato una corda ad un albero, ci si arrampica e ci si lancia nel mezzo con la corda. Lo faccio tre volte chiedendo a Ricky di fare una foto ma non è mai riuscito a prendermi in tempo.

La sera a passeggio per uno strabiliante mercato notturno dove mi viene voglia di comprare di tutto e dove si può mangiare a 10000 kip, circa un euro a un all-can-you-eat buffet di cibo vegetariano incredibilmente buono.

Serata nuovamente al bowling.

20 ottobre - dal Nam al Laos


Dopo aver dormito qualcosa come quarantacinque minuti vado in aeroporto e lascio il Vietnam per andare a Luang Prabang, Laos.

Arrivato a LP giro un po' a piedi per raggiungere l'ostello dove incontrerò Ricky, che sta facendo lo stesso tragitto, ma in bus. La città é bellissima, l'influenza francese molto visibile, le strade sono pulite, silenziose, la natura circonda la città tutta fatta di piccole case basse e gente super gentile e sorridente.

Serata in un locale con alcune persone conosciute ad Halong Bay e altre incontrate li e, verso le 23.30, tutti al bowling!

In LP tutto chiude poco prima di mezzanotte e tutti si spostano a giocare a bowling continuando la serata.

17 ottobre - il peggior turista


Dopo giorni di ozio sono andato, come i peggiori turisti, a visitare la pagoda dei profumi a qualche chilometro da Hanoi con un pulman pieno di vecchi.

È quasi incredibile come la noia e il far nulla si alimentino con se stessi e crescano; oggi però sono riuscito a scacciarle in parte.

La pagoda dei profumi è una serie di pagode sparse tra piccole colline rocciose (tipiche della fascia a questa latitudine, come Ninh Binh o Halong Bay) alle quali si arriva solo tramite fiume.

La più importante é scavata nella roccia e reca una statua di Buddha donna con mille occhi e mille mani. Mille occhi per sentire, mille mani per avverare le preghiere. La leggenda narra che secoli fa un re abbia avuto tre figlie femmine e, di conseguenza, nessun successore al trono; le due principesse più grandi sposarono due idioti di dimensioni galattiche e così il re ripose tutte le speranze nella bellissima figlia minore (sempre più belli i figli minori). Il re disse alla figlia "ora, le tue sorelle han sposato due che neanche alla corrida li trovi così, tu che sei figa riesci a trovarne uno furbo? Anche bruttino, ma che almeno ne capisca qualcosa"; la figlia minore però non ne voleva mezza di sposarsi e - causa anche una più che accennata tendenza all'omosessualità - decise di dedicare la vita ai poveri dicendo al padre "senti qua, io mi dedico ai poveri che tanto di soldi ne abbiamo che metà basta; se mi sposo poi devo stare a casa a vedere la Juve alla tele e guardare i bimbi che fregnano e io di gagnu non ne voglio sapere".
Il re, decisamente alterato, la chiuse allora in prigione su una torre in montagna senza cibo né acqua dicendo qualcosa tipo "già devo far governare uno dei miei due generi idioti, se questa si mette ancora a sputtanarmi soldi qua e là finisce che non riesco neanche ad andare in Sardegna a godermi la pensione".
Però una tigre volante andò a liberare la principessa e la portò nella grotta dove sopravvisse a frutta e acqua. Morendo, diventò Buddha.

Alcuni particolari non li ricordo benissimo, ma sono sicuro che la storia fosse più o meno così.

Halong Bay

Halong bay è una distesa di acqua dalla quale spuntano delle rocce dal nulla, di spiagge ce ne sono pochissime e sono, solitamente, molto piccole e meravigliose. 

 Una delle cose più straordinarie sull'isola è il plancton. Di notte, nuotando, si forma intorno a te un cerchio scomposto di bolle verdi fosforescenti...

Queste poche righe per rassicurare: non abbiamo solo bevuto.

12 e 13 ottobre - cast away tour


Ci svegliamo raccontano cosa abbiamo fatto la sera prima dato che parte delle persone non hanno memoria di ciò che è accaduto e iniziamo a fare le cose più disparate, chi kayak, chi arrampicata sulla roccia, chi sci d'acqua, chi vomitare. 

Dopo un pomeriggio di ozio e giochi d'acqua abbiamo deciso di accogliere l'altro gruppo con una piramide umana nuda. Dopo aver provato due volte la piramide e aver miseramente fallito abbiamo deciso di prendere sulle spalle ognuno una ragazza e creare una strada umana dove gli altri son dovuto passare. Mentre gli altri passavano le ragazze versavano loro birra addosso. 

Serata trascorsa come al solito, bevendo in modo indecoroso. Il ritorno, che solitamente é una barca di persone sfatte e dormenti è invece stato una festa, con tutti o quasi che bevevano e scherzavano. 


Per quanto riguarda le regole del gioco due dei peggiori claim visti sono stati:A. Se vuoi ti piscio in faccia. Uno stava per farlo in mare, ma la ragazza di quello che doveva subite la "pioggia dorata" ha interrotto tutti dicendo "se lo fai è finita". B. Ti potrei vomitare addosso. E così una ragazza si è messa due dita in bocca e ha vomitato sulla gamba di un altro. 


Comunque il paradiso potrebbe essere molto simile a quell'isola, ma certamente con del vino, la pizza e qualche ristorante in più. 

11 ottobre - Cast Away, Halong Bay


Cast away tour

Partiamo per halong bay, destinazione un'isola deserta dove staremo due notti.
Siamo un gruppo di quattordici, mentre sono già sull'isola circa trenta persone con le quali faremo una serata e che torneranno il giorno dopo ad Hanoi.

Le regole del viaggio sono:
1. Bufalo: se bevi con la mano destra e viene chiamato "bufalo" devi finire quello che stai bevendo nel minor tempo possibile. Se finisci il bere sempre con la mano destra devi prenderne un altro e berlo.
2. Non si possono dire le parole "mio" e "dieci", altrimenti dieci flessioni.
3. Cricket: se qualcuno ti passa qualcosa devi dire "not out", se non lo dici e qualcuno chiede "how is that?" e prima che tu dica "not out" qualcuno dice "out" devi finire quello che ti è stato passato, che sia crema solare, accendino, bere, mangiare ecc.
4. Claim: qualsiasi cosa tu dica può essere esatta da qualcuno. Per esempio se uno dice "posso buttarmi giù da un ponte e sopravvivere" e qualcuno "reclama" devi fare la cosa che hai detto o rasarti una parte di sopracciglio.
5. Tell her/him: se una persona dice qualcosa su qualcuno e un'altra persona dice "tell him o her" chi ha fatto il commento deve dire a lui/lei cos'ha detto.

Partiamo verso le 14.00 con la nostra barca e iniziamo ad ammirare lo scenario e a bere.
Arriviamo sull'isola dovendo decidere come dar il benvenuto al gruppo sull'isola. Decidiamo che i maschi devono mettersi il bikini delle ragazze e viceversa. Il benvenuto dei ragazzi sull'isola sono quattro persone completamente nude su una torre costruita con le panche di legno sull'isola.
L'isola è una striscia di sabbia tra infinite formazioni rocciose dove non c'è nulla tranne alcuni materassi in alcuni bungalows, un bar e dei bagni.

La prima sera trascorre con altri drinking game, carte sparse sul tavolo, ogni carta ti obbliga a fare qualcosa. La peggiore è stata sdraiarsi sul tavolo e bere whisky versato sulla schiena di qualcuno messo a cavalcioni su di te con i pantaloni abbassati in modo che l'alcol scivoli prima tra le altrui natiche.
A un certo punto della serata c'erano tre ragazzi completamente nudi che ballavano con una sigaretta accesa e infilata sulla sommità del loro pene.

Il resto è musica e confusione.

martedì 9 ottobre 2012

7 e 8 ottobre - Sapa

Dopo una prima giornata di ozio totale e massaggi, ancora circondati dalle nuvole, sfruttiamo il sole pallido del secondo giorno e decidiamo di trascorrere la giornata in moto, girando tra i meravigliosi paesaggi intorno a Sapa.

A un certo punto ci siamo trovati davanti due strade e "abbiamo scelto la meno battuta". La strada ci ha portato a vedere piccolissimi villaggi sperduti, con vecchie signore sedute accanto a piccolo maiali, maiali pronti a partorire, bambini mezzi nudi con in braccio altri bambini, ragazzini che tirano pietre al nulla.

Proseguendo per la strada, in mezzo al nulla assoluto, abbiamo iniziato ad incontrare animali in modo assolutamente casuale, prima un toro, poi un gruppo di capre, due mamme maiale con i piccoli che si rotolano nel fango, alcuni cavalli e infine un bufalo a passo lentissimo. Fantastico come questo animali escano dal nulla per vivere le loro vite, passeggiando in mezzo alla strada, fregandosene di tutto.

La sera decidiamo di prendere un bus per tornare a Hanoi, caricando le motociclette con noi.

6 ottobre - giornata altrettanto infnita

Alle 6.00 suona la sveglia sotto forma di padrone di casa che batte manate sul pavimento, con le ossa rotte e ancora stanchissimi scopriamo che Bart ha regalato lo scooter rotto a uno dei ragazzi che costruiscono strade e ha trovato un passaggio per una città a metà tra dove siamo noi e Sapa, che dovrebbe essere la nostra destinazione finale di oggi (ormai il condizionale e d'obbligo).

La strada è un infinita distesa di fango per i primi chilometri, procediamo a passo d'uomo, con le moto che sbandano e il fango che arriva praticamente sotto le ginocchia, con le braccia che reggono il manubrio a tutta forza, le gambe che improvvisamente si aprono a cercare equilibrio in questa folle folle strada, non descrivibile a parole.

La strada diventa leggermente migliore e possiamo accelerare un po' il passo, anche se continua a essere ghiaiosa e difficile. Guidiamo e guidiamo, attraversando villaggi da cartolina e paesaggi incredibili che riusciamo ad ammirare un po' meno causa concentrazione sulla strada. La benzina di Ricky si avvicina pericolosamente vicino alla E e io non sono messo molto meglio, ma di villaggi o benzinai neanche l'ombra. Mentre mi fermo a fare un paio di foto invito Ricky a proseguire per non sprecare benzina preziosa, quando mi rimetto in marcia mi rifermo per fotografare un bambino a cavallo di un bufalo e riparto senza riuscire a raggiungere Ricky, che non ha telefoni ed è da qualche parte in questa città. Mentre faccio benzina chiamo Bart e scopro che sta per prendere un bus in direzione Sapa. Mentre scrivo sono fermo a mangiare in un posto squallido, aspettando di vedere spuntar Ricky dal nulla, se non dovesse accadere ripartirò solo.

Ricky riesce a chiamarmi da un telefono di un tizio per strada (si era salvato il mio numero) e ripartiamo. La strada è decisamente migliore anche se i pezzi di sterrato sono tantissimi. Appena finito di ammirare i campi di riso alla nostra destra, entriamo, in discesa, in un pezzo di sterrato, lo zaino di Ricky si sposta tutto verso sinistra e lui cade rovinosamente; il risultato è un braccio con un buco moto profondo, qualche escoriazione sulla gamba e il casco danneggiato. La moto sta molto peggio e non riparte; sfruttiamo la discesa per arrivare da un meccanico, che, mentre scrivo, sta cercando di riparare il tutto.

Riparata e ripartiti guidiamo per mezz'ora, durante una pausa per fotografare il paesaggio Ricky si accorge di aver lasciato lo zaino piccolo, con tante sue cose, tra cui il passaporto, dal meccanico.
Lui torna indietro mentre io proseguo. Sapa si dice sia sopra le nuvole, e, in effetti, le nuvole arrivano; inizio a guidare dentro le nuvole, il freddo nelle ossa, la visibilità ridotta a pochi metri, la strada scivolosa. Proseguo congelando per infiniti chilometri mentre inizia a piovere, con i camion scuri parcheggiati sul bordo della scura strada e bus sfreccianti, abbaglianti e rumorosi.

Arrivo a Sapa scoprendo che mi hanno mentito, è ancora tra le nuvole e non sopra. Trovo subito Bart e troviamo un hotel, attendendo Ricky mi faccio una doccia bollente che mi resuscita e ridona sensibilità alle mani. Ricky arriva qualche ora più tardi e andiamo ad abbuffarci.
Birra veloce e tutti in hotel, a dormire in un letto vero, distrutti.

5 ottobre - giornata infinita e perfezione

Continuiamo, il programma é di duecento chilometri circa, da Dien Bien Phu a Lau Chai, ma se ci saranno problemi ci fermeremo prima.
Mentre continuano tra le nuove facce, tra vestiti che sembrano peruviani, tra salite sudate e fresche discese sono certo di aver vissuto l'attimo perfetto. La temperatura perfetta, la vista perfetta di campi di riso perfetti che si accavallano a campi di riso, cappelli vietnamiti chini nelle loro quotidiane imprese di sopravvivenza, le montagne alte sul fondo, le colline coltivate a granoturco ormai secche, il profumo di nulla, assolutamente nulla se non aria.
Ho urlato.
Gioia pura, selvaggia, primordiale, forse mi sono anche commosso. Ho continuato a urlare coperto dal suono del motore, un urlo scomposto e assurdo che è arrivato da ogni cellula del mio corpo tranne che dal cervello.

Poi d'improvviso son tornato a concentrarmi sull'evitare le buche, guardarmi intorno il più possibile, schivare camion, bus e macchine che superano ovunque e comunque, senza prestare la minima attenzione.

Dopo un problema alla moto di Ricky proseguiamo e il paesaggio cambia ancora. Costeggiamo un fiume che diventa enorme a tratti e passiamo tra le orrende strade sconnesse di qualche città mineraria come Muong Lay.

Arrivati in un paesino sperduto Bart ha la ruota a terra, ci fermiamo a ripararla, ripartiamo ma dopo cinque chilometri la ruota è nuovamente a terra. Torniamo indietro dal meccanico, lo costringiamo a seguirci e riportare indietro la moto di Bart per ripararla ancora.
Finalmente ripartiamo, ma la strada passa per una zona piena di frane. Guidando pianissimo, tra fango che schizza ovunque e pozzanghere enormi arriviamo a trovarci di fronte a una strada chiusa. Attendiamo circa un'ora e nel frattempo si sono fatte le 17.00, tramonto previsto tra mezz'ora e circa venticinque chilometri da fare per arrivare a Pa Tan, città che dovrebbe essere grande abbastanza per trovare un posto dove dormire.

Ripartiamo con la ruota di Bart che sembra sgonfiarsi ancora, proseguiamo tra strade non descrivibili, dove facciamo circa i 10 all'ora e poco dopo, appena sta per diventare buio, lo scooter di Bart si blocca del tutto con un problema al motore, pochi metri più avanti c'è un villaggio e alcune tende dove i lavoratori alla nuova strada dormono e mangiano.
Cerchiamo un meccanico, ma nulla. Decidiamo di proseguire verso il villaggio più vicino, trovare una macchina o un pick-up e tornare a prendere Bart e scooter; Ricky e io guidiamo, guidiamo, tra il buio che intanto ci assale, con i fari scialbi dei nostri motorini proseguiamo tra buche, fango che arriva alle pedaliere e pozzanghere più grandi della strada. Tra il buio e il freddo che inizia a sentirsi guidiamo, la nostra destinazione è Pa Tan, ma speriamo di trovare qualcosa prima. Guidiamo. Prima di Pa Tan, però, c'è il nulla. Solo alberi a bordo strada, massi e frane, strade piene di fango e buche, un incubo. Guidiamo e guidiamo, rallentando ogni tanto per scherzare su quanto sia distante la città e spezzare la fatica col buonumore.
Attraversiamo a notte fonda un piccolo villaggio e, passato da poco, ci accorgiamo che il villaggio è in realtà Pa Tan.
Torniamo indietro e chiamo Bart, che sta bevendo vodka e mangiando sotto una tenda, dormirà li e ha un passaggio in città per il giorno dopo alle tre di pomeriggio, mentre io e Ricky cerchiamo un posto dove dormire. In questo villaggio il nulla. Un paio di persone ci chiedono di dormire a casa loro, sul pavimento, per prezzi assolutamente troppo alti. Mentre scrivo non sappiamo ancora dove dormire, potremmo dormire per strada, ma ci sono troppi cani randagi, potremmo guidare verso la prossima città, ma non vogliamo rimetterci alla guida e fuori ha iniziato a diluviare.

Troviamo da dormire per terra, sul soppalco di un ristorante, ovviamente di lavarsi non se ne parla. Crolliamo, distrutti, nonostante il pavimento colpisca tutte le ossa e le indolenzisca, convinti che la giornata sia finalmente finita.

Verso le 23.30 veniamo svegliati dal padrone del ristorante. Al piano di sotto ci sono due poliziotti che stanno guardando i nostri passaporti e ci chiedono di perquisire le nostre borse. Dopo infiniti minuti di spiegazioni a gesti un poliziotto chiama qualcuno che ci dice che la legge prevede perquisizioni sui turisti, apriamo le borse, annusano e cercano all'interno di ogni libro o guida presente, aprono ogni tasca e indumento e finalmente possiamo tornare a dormire.

4 ottobre - la natura e il sesso

Trasferimento da Son La a Dien Bien Phu; non siamo ancora partiti e siamo già a bocca aperta... Lo spettacolo cambia e continua.
Cambia la temperatura, cambiano gli abiti, i volti diventano marcati e scuri, cambiano i paesaggi, cambiano restando uguali, cambiano le case e le costruzioni.
Ogni volta che faccio pochi metri potrei fermarmi a fare una foto e sarebbe da cartolina.

Continuiamo in paesaggi incredibili, campi di riso che si accavallano ad altri campi di riso, quasi all'infinito... Eppure invece di diventare monotoni e noiosi si rinnovano, rinascono, esultano. Un maiale selvatico mi taglia la strada, qualche mucca passeggia stanca in mezzo alla strada e noi ci svitiamo tra le curve mozzafiato con i nostri mezzi troppi lenti...

La natura è come il sesso. Spinto dalla curiosità non puoi fare a meno di cercare altri luoghi, vedere altri posti e forse un giorno troverai quello in cui fermarti per sempre...

3 ottobre - da Hoa Binh a Son La

Partiamo presto per fare i duecentoquaranta chilometri che ci separano da Hoa Binh alla nostra destinazione, Son La.
La strada è un susseguirsi di buche che spostano il mio zaino e riducono il mio spazio per sedermi e scenari incredibili che mi distraggono dalla strada e mi fanno prendere ancora più buche.
Tra i verdi di montagna che si sposano e si riproducono appaiono sabbiose pareti, rocce che da rossissime trovano il loro bianco qualche chilometro più in là.
Bufali attaccati a corde corte, guidati, lasciati a brucare o costretti a trainare, piccoli negozi che vendono di tutto... Altri bufali, sdraiati su un piccolo corso d'acqua a godere del fresco con la spazzatura a rovinare il tutto.

All'improvviso mi accorgo che a forza di andare il salita sto per finire la benzina, dopo un tratto sterrato dove sento uno strano rumore metallico arrivo a un distributore e mi accorgo di essere senza chiavi. Causa vibrazioni mi devono essere cadute, ma la moto continua a funzionare... Ora non posso fare nulla, aprire il sedile per fare benzina, spegnere o accendere la moto... Prendo lo scooter di Bart e torno indietro a cercare e, dopo qualche centinaio di metri, vedo scintillare qualcosa... Trovate!

D'ora in avanti accendo la moto, poi tolgo le chiavi e vado...

Le palme in montagna mi fanno uscire di testa...

Colline coltivate a granturco, campi di riso, zone collinose lasciate a loro stesse per sfamare bufali, mucche, galline e capre, un paio di turisti in bicicletta e poi l'arrivo a Son La, cittadina più grande di quanto aspettassimo.

2 ottobre - si parte per il tour del nord

Dopo una mattina oziosa partiamo con le moto per il nostro tour del nord.
Il primo trasferimento è relativamente breve e gli scenari meravigliosi... Il Vietnam non è altro che mozzafiato.

Nel mezzo del nulla abbiamo trovato alcune bancarelle che non vendevano altro che palle da golf... Ma perché?

Arrivati dopo strade incredibili, troviamo un hotel per quattro soldi e la serata trascorre chiacchierando in camera.

1 ottobre - per le strade di Hanoi

Dopo una giornata passeggiando per le strade di Hanoi la serata in ostello presenta beerpong.

Con Bart vinco cinque partite di fila e, i perdenti, devono comprarci da bere... Usciamo un po' sfatti per andare in qualche locale e al ritorno mi fermo a comprare l'acqua un vietnamita molto sorridente inizia a comunicare con me a gesti.
Inizialmente credo lo faccia perché non sa l'inglese e invece scopro che è sordomuto e iniziamo a "parlare" per ore, a gesti e battendoci cinque a vicenda ogni volta che capiamo cosa ci stiamo dicendo.
Questo ragazzo passa le giornate a far fare giri in moto ai turisti, facendo vedere i posti migliori di Hanoi e, in cambio, non chiede mai nulla. Vive delle offerte che gli fa la gente, ma niente si più.

lunedì 1 ottobre 2012

30 settembre - birra gratis o quasi ad Hanoi

Ripartiamo in tarda mattinata da Ninh Binh e arriviamo ad Hanoi, questa volta senza intoppi.

Sulla strada la polizia ha provato nuovamente a fermarmi e mi ha di nuovo fatto segno di andare quando hanno visto il colore della pelle.

Qualche chilometro avanti, a un altro posto di blocco, Ricky stava per essere fermato, ma ha deciso di proseguire diritto ignorando il polizzioto che si sbracciava e strillava.

Arrivati ad Hanoi siamo tornati in ostello e abbiamo iniziato a bere birra offerta dal caro backpacker hostel prima e poi ci siamo accomodati in uno dei tantissimi "bar" all'angolo della strada dove una birra costa 4000 VND, circa 0,15 EUR.
Serata con decine e decine di persone da ogni parte del mondo parlando di vita e di progetti.

29 settembre - Ninh Binh e la riscoperta del bello

Sveglia presto grazie al fatto che Ninh Binh non offre nulla la sera e partiamo alla scoperta dei dintorni.

Le strade intorno a questa piccola città sono incredibili... Le curve si inseguono tra bufali, campi e formazioni rocciose enormi sulle quali si arrampicano le capre, piatto tipico della zona.
Dopo aver guidato a bocca aperta fino a un tempio proseguiamo per la maestosa pagoda con un Buddha che si staglia sulla collina a dominare il tutto.
La pagoda è sensazionale! Dopo mesi di pagode non credevo ce ne fossero ancora in grado di stupirmi. Costruita su un'infinità di livelli presenta statue di Buddha e altre divinità, indiane sopratutto. La cosa secondo me splendida è che il tutto è ancora in costruzione, quindi si respira una storia e un passato che in realtà non esistono...

Finita l'eterna camminata su e giù per la pagoda ci fermiamo a mangiare qualcosa in un ristorantino sperduto e delizioso e proseguiamo per Tam Coc, delle grotte che si possono visitare su una piccola barca a remi guidata coi piedi dalla gente del posto. La gita in barca dura un paio d'ore su un corso d'acqua silenzioso e piatto, circondato da piante e da piccole montagne rocciose non più alte di duecento o trecento metri; il fiume ogni tanto si perde dentro una delle montagne e l'attraversa in grotte tanto piccole da farci abbassare la testa e centinaia di anatre corrono ordinate al nostro fianco.

28 settembre - Ninh Binh e l'abitudine al bello

Appena svegli pariamo per Ninh Binh, in teoria sono solo cento chilometri, ma mentre scrivo stanno riparando la ruota a Ricky e ci siamo già persi tre volte, finendo in stradine piccolissime della vera Hanoi, brulicante di gente, mercatini e bambini urlanti.
 
Appena ripartiti Ricky si ferma ancora... Ruota nuovamente a terra. Parlo a gesti con alcune persone a bordo autostrada a dal nulla appare un signore con una pompa e attrezzi per riparare. Lo carico e faccio contromano un pezzo di autostrada per portare il signore alla moto, trovato un pezzo di metallo conficcato nel copertone e riparata la gomma ripartiamo.
Dopo mezz'ora passiamo un posto di blocco senza essere fermati. Mi giro per vedere dov'è Ricky e lui non c'è. Torno indietro contromano passando il posto di blocco e lo vedo fermo, con la ruota nuovamente a terra. 
Un ragazzo per strada ci chiede un sacco di soldi per mettere a posto la moto e così Ricky spinge fino a un villaggio vicino, dove troviamo un'officina...
Speriamo sia l'ultima volta che ci dobbiamo fermare.
Mangiamo qualcosa in questo villaggio sperduto, cerchiamo di ordinare una zuppa di noodles, Ricky indica una gallina e l'oste prende un macete e la fa a pezzi, dandocene metà, oltre a una zuppa buonissima.
Nel frattempo arrivano due vietnamiti che si mettono comodi, ordinano una coca, una bottiglia di birra e una di vodka!
 
Ripartiamo e la polizia mi ferma scambiandomi per un local (la maschera anti smog, gli occhiali da sole e l'abbronzatura hanno aiutato a camuffarmi). Appena sto per fermarmi e il poliziotto vede che sono bianco mi fa segno di proseguire...

Finita l'autostrada, sulla quale - per inciso - le moto non potrebbero circolare, arriviamo al casello e la sbarra si chiude sulla mia testa, testando il casco vietnamita che sembra ben funzionare.

Arriviamo a Ninh Binh mentre mi accorgo che il paesaggio, ancora splendido e meraviglioso dei bufali d'acqua che si mescolano agli agricoltori e ai campi di riso, mi entra dentro meno di quanto facesse qualche mese fa... E' così assurdamente brutto abituarsi al bello... Chi passa tutti i giorni davanti al Colosseo, o alla tour Eiffel o che so io, finisce per non guardarli più...

27 settembre - Hanoi e i ladri di benzina

Dopo un'orrenda nottata tra le infinite buche delle strade vietnamite, dormendo poco in un autobus dove lo spazio per le gambe é quasi nullo, arriviamo ad Hanoi alle 7.00.

Scaricano lo scooter di Bart come ultima cosa e il bus riparte in fretta... Scopriamo allora che il serbatoio è stato amabilmente svuotato! La reazione di Bart un misto tra stupore e incredulita'.

Camminiamo quaranta minuti per arrivare all'ostello e poi ci incamminiamo verso il mausoleo di Ho Chi Minh, che sfortunatamente è chiuso perchè la salma è stata spedita in Russia a fare manutenzione.

Entrando tra un negozio e l'altro troviamo un buon accordo per le moto, due dollari al giorno e le moto son nostre se le teniamo per più di quindici giorni.
Mentendo, abbiamo detto che saremmo stati soltanto in giro per Hanoi, così il prezzo è rimasto basso e ragionevole. 

Pomeriggio bevendo birra gentilmente offerta dal nostro ostello e serata con un po' di gente da tutto il mondo.

26 settembre - storia triste

Giornata vendendo la moto e aspettando un bus che ci porterà a Hanoi, in circa diciotto ore...

Chiacchierando con una ragazza statunitense:
"... eravamo tutti in cerchio a vantarci delle nostre prestazioni sessuali da viaggiatori, persone incontrate un giorno e mai più riviste, alcune delle quali non ricordavamo neppure il nome... O forse non l'avevamo mai saputo. 
Uno dei ragazzi più carini e brillanti, un americano, se ne stava in silenzio e a mala pena sorrideva.
- E tu? Quante te ne sei fatte in questi sei mesi?
- nessuna
- Ahahah, dai, dai... non far il modesto e racconta
- due anni fa mi sono sposato con Amy dopo qualche anno insieme, era la donna perfetta, la moglie perfetta. Non abbiamo avuto la nostra luna di miele perché volevamo fare il giro del mondo insieme. Ci siam messi a lavorare duro, tutte le sere facevamo l'amore sognando di essere in qualche posto che avremmo voluto visitare, abbiamo pianificato tutto... Sarà magnifico, ci piacciono gli stessi posti. Dieci mesi, insieme, inseparabili, perfetti.
E cosi' abbiamo fatto, cosi' stiamo facendo: perfetti, inseparabili. Non posso tradirla, spargo le sue ceneri in tutti i luoghi in cui abbiamo pianificato di andare, le parlo spesso, non risponde più. "

24 e 25 settembre - niente di particolare

Giornata girando in moto per le stradine attorno a Hue e visitando la cittadella storica. Hue non offre molto e più che altro stiamo aspettando che Ricky riceva il suo passaporto con il visto rinnovato. Serata divertente, con Ricky che - guidando una moto di una ragazza appena conosciuta - va a sbattere contro un muro e calcia la moto di un local, facendola cadere e rompendone un pezzo... 

 Per la prima volta, ieri sera, ho vinto a biliardo contro un vietnamita!