Partiamo presto per fare i duecentoquaranta chilometri che ci separano da Hoa Binh alla nostra destinazione, Son La.
La strada è un susseguirsi di buche che spostano il mio zaino e riducono il mio spazio per sedermi e scenari incredibili che mi distraggono dalla strada e mi fanno prendere ancora più buche.
Tra i verdi di montagna che si sposano e si riproducono appaiono sabbiose pareti, rocce che da rossissime trovano il loro bianco qualche chilometro più in là.
Bufali attaccati a corde corte, guidati, lasciati a brucare o costretti a trainare, piccoli negozi che vendono di tutto... Altri bufali, sdraiati su un piccolo corso d'acqua a godere del fresco con la spazzatura a rovinare il tutto.
All'improvviso mi accorgo che a forza di andare il salita sto per finire la benzina, dopo un tratto sterrato dove sento uno strano rumore metallico arrivo a un distributore e mi accorgo di essere senza chiavi. Causa vibrazioni mi devono essere cadute, ma la moto continua a funzionare... Ora non posso fare nulla, aprire il sedile per fare benzina, spegnere o accendere la moto... Prendo lo scooter di Bart e torno indietro a cercare e, dopo qualche centinaio di metri, vedo scintillare qualcosa... Trovate!
D'ora in avanti accendo la moto, poi tolgo le chiavi e vado...
Le palme in montagna mi fanno uscire di testa...
Colline coltivate a granturco, campi di riso, zone collinose lasciate a loro stesse per sfamare bufali, mucche, galline e capre, un paio di turisti in bicicletta e poi l'arrivo a Son La, cittadina più grande di quanto aspettassimo.
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