lunedì 28 gennaio 2013

25 gennaio - parto per il Cile

Sveglia presto e un bus mi porta in Cile, a San Pedro. All'inizio mi ero dispiaciuto di dover fare il viaggio di giorno, considerandolo una perdita di tempo, ma il paesaggio mi ha presto fatto cambiare idea. Attraversare le Ande è assurdo, fantastico, unico. Cavalli, lama, pecore e asini selvatici possono attraversare la strada da un momento all'altro. L'altitudine - che varia dai 2000 a quasi 5000 metri - combinata con la latitudine (praticamente siamo sul tropico) creano un paesaggio mitico, che continua a essere a ogni passo da cartolina.

Attraversiamo prima Purmamarca, ammirando da un po'  più lontano la montagna dei sette colori, per poi inerpicarci tra le rocce color mattone e ocra che si aprono in una salina immensa, un lago di sale piatto calmo e immenso che, con le piogge del periodo, brilla e luccica. Il paesaggio magico prosegue per ogni singolo metro del viaggio, mentre sul bus accadono cose strane (gente che vomita sangue e altri che si cagano addosso). 

Sul bus ritrovo Lennard, ragazzo olandese conosciuto a Mendoza, e conosciamo un gruppo di tre australiani, Dean, Jhosua e Ashley.

Arriviamo in serata a San Pedro, città con case di fango, un tempo patria di minatori, ora viva grazie al turismo, iniziato pochissimo tempo fa, intorno al 1990.

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